Accusa di doping per Matteo Rabottini, il ciclista si difende: "Sono pulito"

"Fiducioso sul chiarimento della vicenda"

17 Settembre 2014   13:56  

Per uno sportivo, una delle accuse più infamanti è senza dubbio quella di aver fatto ricorso al doping per conseguire risultati, anche alla luce del "marchio di infamia" che poi ne seguirebbe pressoché inevitabilmente.

Non ci sta, il ciclista pescarese Matteo Rabottini, a dover sopportare le accuse di doping mosse recentemente nei suoi confronti che gli hanno impedito di partecipare agli imminenti Mondiali su strada in Spagna con la Nazionale italiana.

I risultati delle analisi cui il ciclista è stato sottoposto lo scorso 7 agosto avrebbero evidenziato tracce di Eritroproietina (Epo) nel suo sangue, determinandone la sospensione dall'attività aconistica da parte dell'Uci (Union Cycliste Internationale). Ora, stante l'attesa per l'esito delle controanalisi, il ciclista ha voluto negare qualsiasi addebito tramite un comunicato diffuso dal suo legale Enrico Della Cagna.

"Sono una persona pulita e ho la coscienza a posto" -si legge nel comunicato - "e non ho mai assunto né prima, né durante e né dopo gli ultimi controlli sostanze vietate, tanto meno l'Epo. Sono fiducioso che si chiarirà presto questa drammatica vicenda professionale e familiare all'esito dei risultati delle contro-analisi che verranno richieste dal mio avvocato Enrico Della Cagna. Mi dispiace tanto per le eventuali conseguenze negative che oggi si stanno riflettendo sulla dirigenza della mia squadra Neri Sottoli Yellow Flou, nonché sui miei compagni".


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