Addio a Mario Spallone, il medico di Togliatti e patriarca comunista

15 Maggio 2013   17:00  

Mario Spallone, ex sindaco di Avezzano e Lecce dei Marsi, medico personale di Palmiro Togliatti, e' morto nel primo pomeriggio nella clinica 'Annunziatella' di Roma, di proprieta' del fratello Dario.

Il professore, che il prossimo 22 ottobre avrebbe compiuto 96 anni, era malato da qualche settimana e nelle ultime ore le sue condizioni di salute sono progressivamente peggiorate. A stroncarlo nel corso della notte sono state delle crisi respiratorie.

In clinica i familiari e i collaboratori più stretti hanno seguito l’evolversi della situazione. La notizia si è subito diffusa sia a Lecce nei Marsi, paese d’origine, che ad Avezzano.

I funerali potrebbero tenersi a Lecce nei Masi, il suo paese natale, 

Spallone è stato sindaco di Lecce dal 1970 al 1985. Dal 1993 al 2001 ha ricoperto il ruolo di primo cittadino ad Avezzano, dopo avere invano tentato, nel 1987, di diventare senatore nel collegio della città.

E si era candidato anche alle Comunali 2012 a capo della lista “Per la Marsica e per Avezzano”. Il più anziano aspirante sindaco d’Italia. Anni prima, invece, era tornato a fare il consigliere comunale a Lecce nei Marsi. 

La sua notorietà è dovuta però al suo ruolo storico di medico di Togliatti. Più in generale, fu il medico “ufficiale” dei comunisti italiani e non solo (si rivolgevano a lui anche dirigenti e dipendenti delle ambasciate dell’Europa orientale).

Importanti i suoi rapporti internazionali soprattutto con i dirigenti del Partito Comunista dell'Unione sovietica, e in particolare con l'ultimo dei suoi leader, Michael Gorbachov, che gli conferì l'ordine dell'amicizia dei popoli, una sorta di ordine di Lenin per le personalità residenti al di fuori dell'Unione Sovietica.

Scrive Angelo De Nicola sul Messaggero a tal proposito: ''Proprio al piano terra di Botteghe Oscure, il dottor Spallone aveva aperto un ambulatorio: certificati e prescrizioni alla bisogna e, soprattutto smistamento delle suppliche per operarsi in Russia. "Terra promessa" con la quale "il compagno Mario" avviò fin da allora stretti rapporti (era il sanitario di fiducia anche delle ambasciate dell'Est a Roma) tanto che è stato uno dei pochi occidentali a partecipare a Mosca alle esequie di Raissa, la moglie di Gorbaciov, amico personale di quel medico marsicano''.

Togliatti si fidava solo di lui tant'è che una volta, con modi più bruschi del solito, lo mandò a visitare l'onorevole Iotti. La compagna Nilde che Spallone terrà in cura fino alla sua morte, a Villa Luana, vicino a Roma. Luana, il nome di sua moglie; Villa Gina a Roma, il nome di sua madre. Da quel piccolo ambulatorio, Spallone ha creato sei cliniche con oltre mille dipendenti.

Si ricorda di lui anche la fortunata avventura come editore televisivo: rilevò infatti una piccola televisione privata di Avezzano, Telemarsica, che divenne poi Atv7, imponendosi in breve tempo come prima televisione privata abruzzese.

Grade successo ebbe la trasmissione "Telefono aperto" che consentiva ai cittadini i di interloquire direttamente con le amministrazioni comunali. E proprio su Atv7 Spallone fede trasmettere in diretta un telegiornale dell'Unione sovietica, provocando non poche polemiche.

Mario Spallone incappato anche anche in diverse disavventure giudiziarie dalle quali, nella maggioranza dei casi, uscì indenne.

In casa del generale dei carabinieri Giorgio Manes furono scoperte carte risalenti agli anni Sessanta dalle quali risulterebbe essere stato l’agente di collegamento tra il Pci e il servizio segreto del Sifar.

Nel 1999 si scoprì in una delle cliniche di famiglia, Villa Gina si praticavano aborti clandestini. Dopo l’inchiesta della magistratura e i relativi processi, il fratello Ilio e il figlio Marcello furono condannati definitivamente a 18 anni di carcere (Ilio Spallone è morto il 28 maggio 2007: nonostante fosse malato di cuore, la sospensione della pena, con l’uscita dal carcere di Regina Coeli, arrivò solo il 25 maggio). Nel marzo 2007 finì in prigione pure la nipote Gina Spallone, accusata di aver dato 600 mila euro all’avvocato Sergio Aiello, ex capo dell’ufficio legale dell’Asl Roma C, per evitare l’opposizione a un decreto ingiuntivo.

 


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