Pasquale D’Alesio, 70 anni, scompare improvvisamente nella sua casa. Un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nella sua comunità.
Una notizia che ha colpito profondamente Pescara: Pasquale D’Alesio, 70 anni, imprenditore di successo nel settore delle tende Arquati, è morto nel sonno nella sua abitazione di Città Sant’Angelo. Un addio improvviso, che ha lasciato sgomenti amici, parenti e colleghi. Questa sera, alle 15, si terranno i funerali presso la chiesa di Sant’Agostino, mentre la camera ardente è stata allestita nella casa funeraria Mambella a Montesilvano.
D’Alesio, originario di Isola del Gran Sasso, si era trasferito a Pescara con la famiglia per motivi di lavoro. Suo padre, Leandro, dopo una carriera come bidello, decise nel 1969 di dedicarsi alla rappresentanza delle tende Arquati, coinvolgendo nel tempo i figli Rina, Sergio, Pasquale e Claudio. Pasquale aveva saputo distinguersi come punto di riferimento non solo nel settore imprenditoriale, ma anche nell’organizzazione di eventi che hanno animato la vita culturale e sportiva della città.
«Era una persona sempre pronta ad aiutare il prossimo», ricorda il fratello Sergio, con parole che trovano eco nel cordoglio del sindaco di Pescara, Carlo Masci. «La sua scomparsa lascia un vuoto immenso. Pasquale era un amico sincero, conosciuto da quando eravamo ragazzi. Abbiamo condiviso momenti spensierati sulle spiagge, tra interminabili partite e risate. Poi, da adulti, abbiamo collaborato per organizzare eventi che hanno fatto sognare intere generazioni, come lo Stadio del Mare e i concerti estivi. Anche pochi giorni fa, ci siamo incrociati su corso Umberto e ci siamo scambiati gli auguri. Non riesco a credere che non ci sia più».
Enrica Di Paolo, responsabile Cultura e Turismo del Comune, aggiunge: «Pasquale era un uomo di classe e di cuore. Sempre disponibile e professionale, sapeva affrontare ogni sfida con determinazione. Era una certezza nell’organizzazione di eventi: la sua assenza si sentirà profondamente».
Anche l’amico storico Vincenzo Ventura, visibilmente commosso, ha condiviso il suo dolore: «Lunedì abbiamo parlato e scherzato come sempre. Frequentavamo le Industriali, l’allora Itis sulla Tiburtina. Pasquale era speciale, sempre pronto ad aiutare. Girava con la sua Bianchina station wagon e non ci separavamo mai. La sua morte è una ferita profonda».
Pasquale D’Alesio lascia un ricordo indelebile non solo nella famiglia e nei tanti amici che gli hanno voluto bene, ma in tutta la città di Pescara, che oggi lo saluta con commozione e gratitudine per tutto ciò che ha saputo donare.