Agguato a Carlo Pavone, l'aggressore avrebbe agito tra le 19:40 e le 20:10

Ricostruzione sulla base di testimonianze e tabulati

03 Giugno 2014   10:45  

Proseguono le indagini sull'agguato in cui, lo scorso 30 ottobre 2013, l'ingegnere Carlo Pavone fu raggiunto da un proiettile in testa appena al di fuori della sua abitazione di Montesilvano.

Un episodio su cui pare essersi fatta luce solo negli ultimi giorni, dopo l'arresto del presunto autore dell'agguato, Vincenzo Gagliardi, collega di lavoro della moglie di Pavone, con cui a quanto risultato intratteneva una relazione.

Al contempo, gli investigatori proseguono nella ricostruzione di quanto avvenne quel giorno. Pavone, tuttora in coma da allora, venne trovato riverso in strada intorno alle 21:18, allorché l'ingegnere di origine venezuelana era uscito di casa per gettare la spazzatura, ma grazie a riscontri, terstimonianze e tabulati i carabinieri sembrano riusciti a ricostruire ciò che accadde prima, nonché a stabilire l'esatto orario dell'agguato.

Anzitutto, come la stessa moglie di Pavone, raffaella D'Este, ha dichiarato, intorno alle 16 di quel giorno lei e Gagliardi si sarebbero incontrati presso il supermercato "Oasi" di Montesilvano. Poco dopo, lei disse di essersi recata a prendere il figlio a scuola e lui, sempre secondo la testimonianza della donna, avrebbe acompagnato le figlie rispettivamente in piscina e all'Aeroporto.

Di seguito gagliardi si sarebbe recato presso un'agenzia di assicurazione in via Nicola Fabrizi a Pescara per rinnovare la polizza auto in scadenza, ma trovandola chiusa ha dichiarato di essere tornato a casa intorno alle 20.

Pavone, intanto, secondo la testimonianza di una conoscente, sarebbe rincasato verso le 19, per poi essersi recato in garage, secondo la moglie Raffaella, intorno alle 20:30. Il ricordo di quell'orario è stato tuttavia modificato dalla testimonianza del cognato di Pavone, Ugo Longo, residente nello stesso palazzo dell'ingegnere, ma soprattutto dai tabulati telefonici.

Longo aveva infatti affermato di aver notato intorno alle 20 la presenza di entrambe le auto del cognato nel garage, ma anche stavolta decisivo è stato il traffico telefonico, rivelatosi determinante nello stabilire l'ora dell'agguato. "La prima telefonata di ricerca di Pavone veniva effettuata dai familiari alle 20:10" - ha scritto il gip - "e tra le 20:10 e le 21:25 i dati hanno registrato venti tentativi di chiamata".

Secondo gli investigatori, dunque, "le chiamate senza risposta conclamano il dato che Pavone alle 20:10 fosse stato già raggiunto dal colpo e che il lasso temporale del ferimento è da collocarsi tra le 19:40 e le 20:10", per poi essere appunto rinvenuto a terra presso la sua abitazione verso le 21:18.


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