Al Parlamento europeo la drammatica realtà dell'estinzione dell'Orso Marsicano

04 Settembre 2012   12:22  

Allarme rosso per l’animale più importante e amato della fauna europea, l’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus). A richiamare l’attenzione sul grave rischio di estinzione è ora un’interrogazione a risposta scritta presentata dall’On.le Andrea Zanoni, che denuncia al Parlamento Europeo di Strasburgo una situazione a dir poco sconvolgente.

L’Orso marsicano, straordinario endemismo italiano,  “negli ultimi dieci anni ha subito una gravissima diminuzione, passando dai circa 100-120 esemplari stimati nel 2001 ai soli 40-50 censiti quest’anno. Soltanto nel 2002-2003 erano stati ritrovati morti ben 27 individui, e nel 2011 la riproduzione ha toccato il minimo storico con appena 3 cuccioli.”

Tra le cause delle perdite vengono segnalate, oltre al bracconaggio, la progressiva invasione di bestiame nomade semibrado al pascolo abusivo, e la criminale collocazione di esche avvelenate nell’area protetta: entrambe gravissime violazioni delle norme del Parco, in stretta connessione tra loro, ma insufficientemente contrastate e perseguite dalle competenti autorità. Lo conferma il fatto che “negli ultimi dieci anni non è mai stato individuato né punito alcun responsabile”. Inoltre il bestiame vagante incontrollato risulta talvolta vettore di pericolose infezioni come tubercolosi bovina, brucellosi e carbonchio (antrace), che potrebbero minacciare la sopravvivenza della fauna selvatica protetta.

Particolarmente sconcertante la constatazione che questa situazione di emergenza era già stata segnalata da anni, con abbondanza di documenti e riscontri, dal Gruppo Orso Italia, senza ottenere mai risposte né efficaci provvedimenti di tutela.

"Non meno preoccupanti - spiegano dal COMITATO PARCHI - le molte altre segnalazioni che da varie parti continuano a pervenire al Comitato Parchi, facendo temere seriamente per il futuro del Parco d’Abruzzo, come ad esempio quelle che lamentano in modo circostanziato:

-         un impiego insoddisfacente delle risorse umane, pur disponendo l’Ente del numero più alto di dipendenti (circa 120 unità) tra tutti i Parchi italiani;

-         una inqualificabile incuria di archivi unici e di importanti collezioni naturalistiche, abbandonate ora in locali umidi e inadeguati;

-         una costante inadempienza nel debiti verso terzi, in special modo dipendenti, ex dipendenti e legali, malgrado ripetuti  richiami degli ispettori di finanza.

Questa situazione davvero ingiustificabile ha fatto sì che molti si chiedano se l’Ente disponga di responsabili del personale, della ricerca e delle questioni legali all’altezza dei propri compiti, e se vi sia qualcuno che ne controlli l’operato. Per il momento il Comitato, pur condividendo le preoccupazioni, non è in grado di fornire risposte certe e definitive. Assicura tuttavia che farà tutto il possibile per accertare la verità, e che non mancherà comunque di informare tutte le competenti autorità nazionali e internazionali, nel superiore interesse della “missione Parco”.


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