Albergo diffuso della Regione Abruzzo, un nuovo modello di sviluppo per il nostro paese

21 Ottobre 2013   12:51  

In occasione dell´incontro “Un nuovo modello di turismo sostenibile, l'albergo diffuso”, in programma giovedì 24 ottobre alle ore 18.00 nel Museo del genti d'Abruzzo a Pescara, verrà presentata la legge regionale Abruzzese sugli Alberghi Diffusi.

La legge regionale Abruzzese e il decreto attuativo per gli Alberghi diffusi vuole cercare nella sua specificità di andare oltre la classificazione alberghiera e definire un modello di sviluppo esportabile, ricalcato sulla progettualità di S. Stefano di Sessanio.

In questo borgo incastellato, all' interno del parco nazionale Gran Sasso Monti delle Laghe, dove l’inedita tutela del Patrimonio storico minore e del suo legame arcaico col territorio insieme alla tutela dell´elemento umano, (altro elemento caratterizzante l’identità del territorio, con le sue culture materiali e immateriali sopravvissute alla contemporaneità, ovvero l’artigianato domestico, il cibo, dalla povera quotidianità all’abbondanza agricola e rituale), sono i principi fondanti alla base dello sviluppo dell' albergo diffuso.

Prendendo spunto da questo progetto che coniuga tutela del territorio e sviluppo economico, attraverso le attività recettive e la proposta turistica, la regione Abruzzo ha elaborato una legge per gli alberghi diffusi che limita le strutture ricettive e la totalità di esse ai soli luoghi storici. (qui metterei: “ha elaborato una legge per gli alberghi diffusi limitandoli ai soli luoghi storici”)

Oltre a ciò la legge richiede un approccio di tutela e di Restauro, declinandolo con specifici disciplinari, (ovvero uso esclusivo di materiale di recupero locale laddove spogliato dal tempo, conservazione delle tracce del vissuto sedimentate nei secoli, e altro), a cui si sono aggiunti i riferimenti sulla tutela degli interni e su un approccio identitario anche per le culture materiali (cibo\artigianato autoctono) fino all’esigenza di organi di certificazione per ognuno di questi aspetti.

E´ in questo Patrimonio Minore che si trova una Italia vera, ancora sopravvissuta. Una Italia che dalla sua marginalità, dai suoi tragici destini di abbandono e povertà può trarre nuova linfa per uno nuovo sviluppo, in cui questi patrimoni non vengono negati ma riproposti ad un pubblico articolato e consapevole che solitamente gli si rapporta con grande rispetto e interesse.

Prendendo sempre ad esempio S. Stefano di Sessanio, i numeri ad oggi, di questo progetto sperimentale, danno il senso di una rivoluzione copernicana. Gli alberghi sono passati da 1 a 20 senza costruire nulla ex novo, il valore patrimoniale è triplicato e dopo centocinquant’anni si è interrotta la scesa a valle. Ora dalle vallate vengono a S. Stefano per lavorare.

Anticipiamo inoltre, con questo breve ma importante comunicato, che a breve vi sarà un accordo tra Comune e Regione che farà di S. Stefano di Sessanio il primo borgo in Italia totalmente inedificabile rendendolo così il primo borgo dove viene tutelato il Paesaggio come Patrimonio da consegnare nella sua integrità alle future generazioni.

 


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