Alberoni: il grande vecchio e il mare della Rete

Polemiche generazionali

24 Febbraio 2009   17:00  

Il sociologo ed ex membro del Cda Rai Francesco Alberoni ha pubblicato sul Corriere della sera un articolo sui giovani le droghe ed internet. E sulla rete si scatenano le reazioni ed un ampio ed interessante dibattito. La vicenda merita un approfondimento.

Francesco Alberoni, partendo da  una sincera apprensione per il dilagante uso di eroina e cocaina tra i giovani crea un  collegamento con il parallelo diffondersi delle nuove tecnologie. Scrive il sociologo: "Come se le procurano (le droghe)? «In giro ne trovi quanta ne vuoi, anche su Internet e costa poco». «Non pensi che ti farà male?» «No, fa bene»"."Questi adolescenti - aggiunge Alberoni - quando sono a scuola, in casa, quando si trovano con gli adulti non ascoltano. Comunicano solo all'interno del loro universo adolescenziale con mezzi che gli adulti non possono controllare: sms, Internet, chat, YouTube, altre web-tribù. Si incontrano di notte, nelle discoteche e nelle feste” Giovani, aggiunge Alberoni, che hanno come modello Il Grande fratello, i calciatori miliardari, i bulli, e perfino chi si distingue su YouTube con qualche filmato da brivido. Giovani che a differenza di quelli degli anni '60 “non hanno radici e ideali”. Fin qui l’analisi  può essere anche condivisibile. Ad essere sorprendente ed iperbolica è invece la terapia proposta, a mò, va però sottolineato, di provocazione:  “A volte mi domando – scrive Alberoni - se a questi adolescenti non farebbe bene un periodo di moratoria, in cui si chiudano loro YouTube, le chat, le discoteche, si limiti l'uso di Internet e dei cellulari per consentire loro di ricominciare a parlare, di riprendere contatto con le altre generazioni, con i giornali e i libri. Una moratoria periodica di due mesi l'anno, una cura disintossicante”.  

A seguire una breve rassegna di prese di posizione che abbiamo trovato navigando in rete, tra i blog e siti di informazione. Non “ufficiali” ed “amatoriali“, ma che hanno molti più lettori di quotidiani cartacei che godono di generosi aiuti di Stato.  

Agoravox  è molto critico su questo articolo: Alberoni è identificato come un altro “vecchio” che è salito sul carro trionfale dei nemici della rete",  “Non capisce i giovani, dunque vuole abolire i giovani”. 

Nel suo blog, Vittorio Zambardino, giornalista di Repubblica, a sua volta scrive: "Alberoni mostra di non capire i vissuti di cui parla e si riduce a fustigatore di costumi (...)mette nello stesso calderone l’eroina, la cocaina e Google. Alla faccia del metodo scientifico.(...)Alberoni e gli antidigitali pensano che la realtà sia quella degli adulti, solo perché l’adulto  ha avuto il tempo di sperimentare la drammaticità della vita: l’esperienza del principio del reale, attraverso il dolore, insomma “i valori e il mondo”  (Il dovere dei giovani è quello di invecchiare, come diceva Benedetto Croce?). Professor Alberoni, chi gliel’ho ha detto che l’esperienza digitale non sia ormai l’esperienza, senza aggettivi, della vita umana? Perché - Alberoni con le buone e il governo con leggi di censura - vogliamo tutti alterare le condizioni della realtà così come esse sono venute costruendosi? Siolo perché non sono identiche alle nostre? E perché i giornali sono realtà e un sito internet è illusione? Pensate, in questi mezzi, le persone si esprimono mentre sono in contatto con l’altro. Rispondono  all’altro, ci giocano. Non dovrebbe esaltarci tutto questo? E invece ci fa paura: c’è chi parla di alienazione, e fanno rumore pletore di professionisti dell’inquietudine che immaginano turpitudini di ogni genere: le ronde in Italia sono nate prima sulla rete che nella “realtà”." 

Partecipa al dibattito anche un altro famoso blogger, Daniele Martinelli: "Alberoni scrive che la cocaina la si trova in Rete a poco prezzo ma omette di precisare che il 99% di essa viene spacciato nelle piazze, per strada, nei locali e persino in parlamento. Non sa che Internet è il mezzo e Youtube soltanto un sito che la compone, che a sua volta non si può accomunare ad una chat. Alberoni ìmputa indirettamente alla Rete maleducazione, mancanza di etica e banalizzazione dei valori dei teenager di oggi, dimenticandosi che i ragazzi sono in gran parte espressione  dell’educazione ricevuta dai loro genitori."  

Merita attenzione anche il giudizio di Faber,  laureato con lode in scienze politiche, che nel suo blog scrive:  "In realtà questo tipo di demonizzazione  -argomenta - è del tutto inutile e controproducente. Infatti un simile invito produrrebbe come reazione da parte dei giovani un uso ancora più  smodato di questi mezzi. Inoltre si tratta di sistemi di comunicazione che se usati con criteri possono risultare molto utili anche per lo studio e la  crescita degli studenti. Il vero problema non sono Youtube e simili ma la mancanza di una presenza autorevole sotto il punto di vista educativo che non guida i ragazzi verso un uso consapevole e intelligente di questi strumenti. occorrerebbe dunque richiamare l'attenzione sulle lacune di genitori che usano il PC sempre più come un surrogato delle bambinaie. Il distacco dalla realtà riguarda una incapacità sociale di proporre stili di vita che non siano basati sul fatuo protagonismo ed esibizionismo e di cui l'abuso di Youtube è il sintomo non la causa." 

Un dibattito particolarmente interessante si sta sviluppando nel blog di Giovanna Cosenza, una docente di comunicazione.  

Scrive Laura: "Evidentemente il prof non ha contatti con una buona parte del mondo giovanile, per snobismo, per mancanza di tempo, chissà. Se si facesse un giro in un qualsiasi liceo, arrossirebbe per le ovvietà che scrive (a pagamento, peraltro…). Vedrebbe ragazzi che abbinano Facebook e  sms a letture di opere imprescindibili, conoscerebbe giovani che costruiscono video sulla catabasi o collaborano con università, assisterebbe a  lezioni tenute da loro su media e pubblicità, o sullo stragismo. L’universo di giovani dediti a droghe, discoteche e canzonette, che Alberoni  descrive, esiste, certo. Ma, se teniamo alta l’etimologia, non è ‘universo’. Il multiverso dei giovani è indescrivibile, complesso e spesso contraddittorio. e usa, certo, gli stessi mezzi di comunicazione. ma in modi e forme  diverse. 

Morgaine  aggiunge: "Ma fanno bene i ragazzi a comunicare tra loro! Perché mai dovrebbero comunicare con lui? Per farsi fare i soliti predicozzi che i vecchi fanno ai giovani? Non ci sarà bisogno di proporre moratorie, tanto presto a chiudere sarà il giornale su cui lui scrive perchè non interessa più a nessuno leggerlo."

Sulla stessa linea Nicola: " Tu pensa! Non compro più giornali da qualche anno - una bella moratoria, non c’è che dire - e non sento la mancanza di Alberoni (e nemmeno di Scalfari e tanti altri). Mentre se vado in vacanza senza Rete per due settimane quando torno ritrovo con piacere tante cose interessanti da leggere nei blog e non solo. Non è fantastico?" 

"Francesco Alberoni  - scrive Lorenzo Viscanti sul blog nientearrosto.it - definisce la generazione della TV in un articolo sul corriere di oggi. Peccato che nel testo ci sia un refuso e sia scritto Youtube al posto di televisione.. Naturalmente un fondo di verità è possibile trovarlo anche nelle parole, un po’ farneticanti nell’accostamento con la droga, di Alberoni, ma nessuno ha vietato il telefono..." 

Ci fermiamo qui. Anzi, aggiungiamo solo una stringata riflessione...

L'articolo di Alberoni ha attivato un immediato dibattito nella rete, con centinaia di commenti, gran parte dei quali ben argomentati, quasi mai offensivi, raramente banali.  Accade su internet, che è un media ben diverso rispetto a quelli a cui Alberoni è abituato, (televisione e riviste) essendo ad accesso libero ( tutti hanno nel bene e nel male diritto di parola) ed orizzontale ( i miei argomenti  valgono quanto i tuoi, e la pagina dove li scrivo è accessibile come la tua con un semplice click). Puoi essere anche l'Imperatore, ma su interntet ti devi mettere in gioco, i comizi o le lezioni ex -catedra senza diritto di replica  hanno vita dura, sono fuori dal gioco linguistico che è il genius loci della rete. Ed è per questo che internet comincia a fare paura.  

I protagonisti di questo dibattito  sono quasi tutti giovani, quelli di cui ha così paura Alberoni.  Nei bar, nei luoghi pubblici della vita reale il massimo che puoi ascoltare sono banalissime chiacchierate sul tempo, sul campionato di calcio o stucchevoli inviti a bruciare vivi in piazza rumeni ed altri pericoli della società. 

Alberoni coglie invero nel suo articolo aspetti su cui occorre riflettere. Sono infatti decine di migliaia i ragazzi che passano le giornate a combattere guerre sulle Terre di Narnia, talmente alienati dai giochi di ruolo online  che, se nel paese reale scoppiasse una guerra vera, forse nemmeno se ne accorgerebbero.  L’uso eccessivo di Internet può creare problemi di dipendenza. Puoi avere decine e decine di amici su Facebook, ma poi sei una persona sola ed infelice. E via dicendo. 

Ma ad Alberoni ci permettiamo di suggerire uno spunto per un altro articolo, che potrebbe essere intitolato "Una moratoria per i vecchi, spengano la televisione".

Dati Auditel alla mano sono gli over 50, la maggioranza anche politica nel Paese, a sciropparsi avidamente ore ed ore di televisione-spazzatura ogni santo giorno. Un flusso di informazioni unidirezionale come il predicozzo di un muezzin, passivo come un cucchiaio di olio di ricino ingurgitato a forza,  che contempla come unica forma di partecipazione  la libertà di cambiare canale pigiando un tasto sul telecomando, orientando così i dati Auditel. Sempre che essi non siano in realtà taroccati.

Non sorprende poi che Alberoni e suoi coetanei  siano sempre più spaventati dal mondo oltre le Colonne d’Ercole del loro pianerottolo, immaginato come popolato da giovani drogati e indemoniati,  ronde anomale di rumeni ubriachi, stupratori, frequentatori di Facebook e lupanare, e altri biblici flagelli. Sono le generazioni over 50 ad avere, per colpa della televisione, un’idea sempre di più astratta, virtuale e distorta della realtà.

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