Da oggi gli abruzzesi possono dormire sonni tranquilli. Almeno si spera.Il comunicato stampa rilasciato dal Comando Carabinieri (Sezione Tutela della salute), è fresco di giornata, al contrario dell’enorme quantità di alimenti in evidente stato di decomposizione che il Nas di Pescara ha sequestrato in Abruzzo sulla base di controlli avvenuti tra la fine del 2007 e il primo quadrimestre di quest’ anno.In seguito a denunce e segnalazioni da parte di numerosi consumatori, l’indagine è stata incentrata sulla verifica del grado di salubrità delle materie prime impiegate nella preparazione degli alimenti e sullo stato di conservazione degli stessi, procedendo con l’esamina del processo di confezionamento dei prodotti, nonché della loro rintracciabilità in base alle indicazioni presenti sulle etichette.Il Nas ha ispezionato inoltre l’idoneità igienica dei locali, delle attrezzature e degli impianti senza tralasciare i materiali utilizzati per l’imballaggio, e prestando infine particolare attenzione all’analisi della documentazione amministrativa e sanitaria che deve seguire l’alimento durante tutto il processo di lavorazione.Ebbene, la cosa ha dell’incredibile: le irregolarità riscontrate nei settori della produzione e del commercio di prodotti caseari, della pesca, di quelli a base di carne e di pane, e nell’ambito della ristorazione in genere, assumono proporzioni di rilevanza storica per una regione che si è sempre collocata tra le più salutari e genuine d’Italia.Basti pensare che solo nella Provincia di Teramo sono stati sequestrati ben seimila chilogrammi di prodotti alimentari, per accertata violazione della legge 283/1962 sulla Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.Si tratta prevalentemente di prodotti come insaccati e yogurt la cui catena del freddo è stata più e più volte interrotta causandone un grave deterioramento evidenziato dalla presenza di muffa, liquidi maleodoranti etc.Per un valore di circa settantamila chili di prodotto è stato invece effettuato il sequestro di confezioni sottovuoto di tranci di prosciutto, poiché stranamente prive di indicazioni in etichetta o di qualsivoglia forma di certificazione che indicasse la tracciabilità.Sono prodotti che non verranno reinseriti in commercio almeno fino a quando non si otterrà prova della loro esatta provenienza.Esempi di squallido malaffare e di assoluta mancanza di rispetto per la salute del consumatore si sono riscontrati anche a Pescara: lo scorso gennaio i Carabinieri hanno sottoposto a sequestro circa 900 chili di prodotto ittico congelato scaduto da oltre sei mesi, che sarebbe tranquillamente stato reimmesso nel circuito di vendita all’ingrosso, se non fosse stato per la tempestività delle forze dell’ordine nel cogliere in flagrante un dipendente della ditta in evidente operazione di “rietichettatura” delle confezioni.Il raid del Nas si è esteso anche alla provincia dell’Aquila dove è stata disposta la chiusura per effetto immediato di un ristorante per via di due celle frigorifere contenenti carni sottoposte a congelazione scorretta, e in palese stato di alterazione, per non parlare di alcuni imballaggi rosicchiati e contaminati dallo sterco dei roditori rinvenuti nei magazzini.Diverse sono state le infrazioni penali e molte di più quelle amministrative registrate dall’Arma dei Carabinieri nella Regione.Il valore dei sequestri avvenuti è pari a 235mila euro nell’ambito dei prodotti caseari e a base di carne, 10.000 euro per il settore della pesca, 230.000 euro per quanto concerne la ristorazione, e a ben un milione e 520mila euro in riferimento al giro dei depositi e della rivendita di alimenti a base di farina, pasta e pane.Che dire? Un enorme e sentito grazie ai Carabinieri, nella speranza che tali operazioni fungano da deterrente per chi, nel presente e in futuro, pensasse di oltraggiare la salute pubblica con una così irritante e soprattutto pericolosissima non nonchalance.
Giovanna Di Carlo