Alla ricerca delle analisi ''perdute''

Il gran safari per alcune analisi alla ASL 04

19 Agosto 2009   19:38  

LA DOVEROSA PREMESSA

Non ce ne vogliano i lettori se, per una volta, prendiamo spunto da una storia assolutamente personale (purtroppo).

La storia che vi racconteremo è vera e vissuta, forse non ad alta tensione, ma snervante ed assolutamente ingiusta.

Il giorno 6 aprile il sisma ha colpito duramente la città e con essa il suo "ospedale regionale" che ha subito danni dapprima "notevoli" poi ridimensionati parecchio tanto da renderlo già in parte agibile dai primi di giugno.

Oggi l'ospedale, supportato da alcune tende, container, l'ospedale da campo del G8 e dalla veloce ristrutturazione è operativo e riesce a soddifare i bisogni della popolazione.

Ci avete creduto, mi spiace ma purtroppo non è così...

Son passati 4 mesi e mezzo, Berlusconi ha quasi finito le prime C.A.S.E., Marzetti ha incassato da un paio di settimane l'assegno dell'assicurazione da più di 40 milioni di euro, ma l'Ospedale San Salvatore ancora non è in grado di gestire molti servizi essenziali e tutto è lasciato alla buona volontà dei primari e spesso degli stessi medici, quindi se si ha bisogno di una prestazione medica sperate che capitiate bene.

 

LA STORIA

Veniamo però alla nostra storia, una neo-mamma post-sismica ha bisogno di alcune analisi per controlli, come consuetudine si reca con il neonato dal medico di famiglia che la riceve in una caldissima casetta di legno in località acquasanta e dopo almeno una o due ore di fila (e ringraziamo i medici di famiglia che comunque continuano ad erogare i loro servizi anche in queste condizioni) le prescrive alcune analisi.

L'indomani di buon mattino la giovane madre terremotata (che probabilmente avrà dormito in tenda) prende la figlioletta e la porta all'Ospedale San Salvatore in macchina, logicamente il parcheggio è selvaggio e la stessa dovrà affrontare una lunga camminata dal posto dove ha parcheggiato fino agli sportelli del CUP con la bambina in carrozzina o, peggio, in braccio.

All'apertura del CUP, però, nascono i "primi disagi", la madre riesce difficilmente a "fare la fila" con la figlioletta in braccio e decide di affidarsi alla buona educazione della gente, logicamente dopo che le solite 3 o 4 persone prive di intelligenza le passano davanti, in "soli" 30/40 minuti riesce a non pagare il ticket, infatti essendo residente all'Aquila non deve pagarlo, ma il passaggio è obbligatorio per ottenere la ricevuta da consegnare al laboratorio analisi.

Quindi, sempre con la neonata avvinghiata cerca un passaggio interno per recarsi nei container del laboratorio analisi, ma già sono le 9.00 e la figlioletta ha fame.

La ragazza si affretta, quindi, a trovare un posto a sedere nel gazebo allestito a mo' di sala d'attesa di fronte alla tenda dove le faranno il prelievo ed inizia ad allattare, certo prima ha preso il numero per la fila un bel 59 e siamo al numero 4!

Non c'è fretta la madre potrà allattare digiuna in santa pace e bella seduta (perchè qualcuno gentile che le ha ceduto il posto lo ha trovato).

Per santa pace definiamo un gazebo 4x4 con sotto costipate almeno 20 persone ed una temperatura sempre più alta.

Ecco che solo dopo due ore arriva il suo turno verso le 11.00 ancora digiuna e dopo aver allattato almeno tre volte dall'ultimo pasto, le fanno i prelievi, ma - no, quelle analisi non le facciamo - le dicono - le deve prenotare altrove -.

Lo stupore è massimo, ma - 'impegnativa è stata accettata al CUP - insiste,  - non importa, loro non sanno quali analisi riusciamo a fare e quali ancora non siamo in grado di gestire, veda ad Avezzano - le rispondono.

Un po' ci si innervosisce e si potrebbe anche ragionar male, ma con la figlia piccola decide di desistere e capire la procedura autonomamente.

Quindi rientra in "casa" ed inizia a telefonare, fa lo 0862 312838, ma una voce registrata le indica l'800 862 862 come nuovo numero della Linea Amica Emergenza Abruzzo da comporre per le prenotazioni, come prevedibile alla Linea Amica non sanno che dirle, quindi la giovane madre paziente, compone il numero del centralino della Asl dell'Aquila, ma anche lì non sanno che dirle, provi un centro privato o Avezzano.

A quel punto cerca il numero dell'ospedale marsicano ed una infermiera qualificata le risponde che loro fanno quel tipo di analisi ma le consiglia di arrivare almeno alle 7.00 perchè dalle 8.00 iniziano a fare i prelievi.

Fatti due conti, con la figlia piccola e il tempo per arrivare ad Avezzano trovare l'ospedale, parcheggiare, "pagare" il ticket e andare a "fare la fila" per il prelievo avrebbe dovuto pernottare lì.

Oltretutto, visto che il CUP del San Salvatore le aveva "accettato" le analisi doveva recarsi nuovamente dal medico di famiglia per farle prescrivere nuovamente.


L'EPILOGO

Dato che sulla salute non si scherza prende la decisione di pagarle queste analisi, rinunciare ad un suo sacrosanto diritto e affidarsi ad un laboratorio privato, a L'Aquila l'unico attrezzato è chiuso per ferie, ad Avezzano e Teramo ormai non rispondono più (sono oltre le 18.30).

Se ne riparla quindi domani, dal privato, a pagamento!

(Per correttezza sottolineamo che solo alcune analisi non sono effettuabili al San Salvatore, quindi se siete fortunati potete tentare visto che i medici di base non ne sono a conoscenza e non sono in grado di aiutarvi in questa giungla sanitaria aquilana).

 

IL NOSTRO STUPORE

Noi a questo punto ci domandiamo:

A che serve un ufficio stampa se anche la stampa non sa che pesci pigliare per le prestazioni erogate dalla ASL?

Perchè a oltre 4 mesi dal sisma nessuno ha riunito i medici di base per spiegargli cosa si fa e cosa non si fa all'Aquila e che li aggiorna costantemente?

Perchè lo stesso ufficio stampa della ASL non informa a "mezzo stampa" la cittadinanza che è lasciata alla buona volontà e pazienza del personale sanitario?

Infine quando mai saranno montati i tabelloni segnaletici provvisori promessi per riuscire a trovare i vari servizi offerti nell'ospedale?

Auguriamo alla neo mamma di riuscire a trovare il modo di fare queste analisi e che sia stata solo una innocua perdita di tempo, ma chiediamo all'ufficio stampa della ASL maggiore attenzione (vogliamo essere gentili) nei confronti della gente che già ha sofferto abbastanza.

 

Una visita al San Salvatore

L'eurodeputato Pdl Barbara Matera visita l'ospedele dell'Aquila

E meno male che l'Ospedale era assicurato...


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