Allarme del Wwf: la neve artificiale inquina, gli impianti vanno ric

14 Gennaio 2007   15:01  
L´inverno che non c´è, che tarda ad arrivare, ci sta regalando ancora un fine settimana di sole, quasi primaverile. Il freddo, anzi appena qualche accenno di fresco, si farà attendere qualche altro giorno e il prossimo weekend, secondo le previsioni, la temperatura si abbasserà. Ma non di molto, non in modo tale da ridisegnare lo scenario di questa stagione ormai cancellata e, comunque, non durerà a lungo. I meteorologi hanno affermato che nevicherà poco. Ma il problema non è solo la nostalgia dei tetti imbiancati. La mancanza di neve sia sulle Alpi sia in Appennino sta creando seri problemi al turismo invernale. Diverse regioni, fra cui Abruzzo, Piemonte hanno fatto sapere che chiederanno lo stato di calamità naturale. All´ennesima richiesta di interventi di emergenza e all´uso massiccio dei cannoni sparaneve il Wwf risponde con un dossier provocatorio dal titolo: "...E la chiamano neve" da cui trapela chiaramente che la neve artificiale fa male all´ambiente, succhia risorse idriche che a causa della siccità non si rinnovano. Inoltre stressa il terreno e riduce la biodiversità. Bisognerebbe, quindi, ripensare l´industria del tempo libero. Una cosa da fare subito, dice il Wwf: "non costruire più impianti sciistici al di sotto dei 1300 metri e riconvertire quelli attuali in altre attività turistiche". Questo sulle Alpi. In Abruzzo, smantellare a fine ciclo gli impianti di risalita delle piccole e medie stazioni e per le grandi verificare la sostenibilità ambientale. "Dovrebbe essere chiaro a tutti ormai — ha affermato Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia — che gli inverni poco freddi, la mancanza di neve a quote basse e anche medie non sono più un fatto occasionale. Stanno diventando la regola. Già i figli dei quarantenni vedranno gli effetti di tutto questo. Rispondere con la politica dell´emergenza significa continuare a sbagliare". Il Wwf ha elaborato uno stima sulla quantità d´acqua che serve per sparare neve artificiale, da cui sono usciti dati a dir poco impressionanti: "Secondo quanto dichiarato dagli stessi operatori — continua Candotti — per una sola località abruzzese occorrerebbero 500 mila litri all´ora. In questi giorni per l´innevamento artificiale sono già stati utilizzati oltre 100 mila litri di acqua potabile all´ora. Diventeranno presto 300 mila". Per rendere meglio l´idea è come se tutto l´Abruzzo avesse tenuto i rubinetti aperti per un giorno e mezzo. Ma dal rapporto emergono dati che danno la misura del problema, relativo alla stagione 2002/2003: "Per i 23.800 ettari di piste presenti sulle Alpi dotate di impianti di innevamento occorrono dai 52 ai 95 milioni di metri cubi d´acqua, pari al consumo domestico annuo di un milione di italiani". "Molto presto in Abruzzo — conclude Candotti — si dovrà ridurre il consumo per i cittadini pur di sparare neve artificiale". Sulle Alpi i grossi investimenti non rendono quanto sperato e, come se non bastasse, provocano disastri ambientali. Un esempio significatico lo porta ancora una volta il segretario del Wwf: "Per il mondiale di sci allo Stelvio — spiega — sono stati spesi in infrastrutture 30 milioni di euro. Adesso, dopo 2 anni, come si può leggere nel bollettino regionale del 27 novembre scorso, la Regione Lombardia ha riconosciuto che quegli impianti hanno provocato seri danni ambientali e ha quindi preventivato una spesa di 5 milioni e 800 mila euro per opere di riqualificazione naturalistica e paesaggistica. I costi ambientali nascosti allora, adesso saranno a carico della collettività" Patrizia Santangelo

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