Allarme diossina: la Asl avvia indagine parallela

02 Agosto 2008   09:56  

Mentre l’Arta mostra la mappa delle zone maggiormente colpite dalle ricadute di sostanze tossiche (benzene, toluene, xilene), sprigionatesi durante l’incendio alla discarica di via Tirinoallo Scalo, anche il dipartimento di prevenzione della Asl di Chieti comincia a mobilitarsi, avviando un’indagine autonoma sulla presenza di diossina, con l’ausilio dell’istituto zooprofilattico di Teramo. Il primo sopralluogo, coordinato dallo stesso direttore dell’istituto, Vincenzo Caporale, è stato effettuato ieri mattina, prelevando alcuni campioni di alimenti destinati all’uomo e agli animali, per avere un quadro generale dell’emergenza. I risultati, tra circa dieci giorni. in merito alla precaria situazione ambientale, causata non solo dall’incendio doloso di via Tirino, ma soprattutto dal disastro ecologico che pian piano riaffiora attorno al fiume Pescara, prende pozione anche il Wwf i, che chiede l’istituzione di una cabina di regia per gestire la crisi, accusando gli enti pubblici tenuto gli occhi chiusi dinanzi a tali gravissime e “scomodissime” realtà; il tutto nonostante le ripetute denunce e sollecitazioni. “Bisogna vincere anni di inerzia”, dichiara Augusto De Sanctisi, referente del Wwf Abruzzo, “e di immobilismo per combattere adeguatamente i gravissimi fenomeni, acuti e cronici, di inquinamento della Val Pescara. Negli ultimi dieci anni, abbiamo segnalato la situazione di completo far west che regnava nella vallata, divulgando anche un video degli scarichi illegali. Si sapeva dell’esistenza di aree estremamente contaminate a Manoppello, Chieti e San Giovanni Teatino. In alcuni casi, la falda acquifera era inquinata da solventi con valori migliaia di volte superiori ai limiti di legge. Avevamo allegato le immagini delle zone circostanti l’interporto e Megalò in cui emergevano chiaramente modalità di smaltimento illegale dei rifiuti, con masse di materiali di proporzioni colossali. Purtroppo”, conclude De Sanctis, “nessun Comune ha appoggiato nell’ottobre 2007 la nostra richiesta al ministero di procedere a una perimetrazione del sito di Bussi che ricomprendesse le zone inquinate della Val Pescara. Questo vuol dire che il percorso di bonifica di queste aree sarà ora completamente a carico degli enti locali, mentre l’inclusione nel procedimento di Bussi avrebbe comportato procedure più veloci e anche fondi nazionali”.

(IP)


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