Allarme presidente Anac Cantone su rischi infiltrazioni mafia a Genova

'Dubbi e perplessità' sul dl del presidente dell'Anac, anche per il possibile moltiplicarsi del contenzioso

10 Ottobre 2018   09:41  

"Con una disposizione che credo sia senza precedenti (la deroga a tutte le norme dell'ordinamento italiano, ad esclusione di quelle penali) si intende consentire al Commissario di muoversi con assoluta e totale libertà, imponendogli solo i principi inderogabili dell'Unione europea ed ovviamente i principi costituzionali".

Lo ha rilevato il presidente dell'Anac Raffaele Cantone in audizione sul decreto Genova di fronte alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera. "Quello che è accaduto a Genova è una tragedia di proporzioni enormi e lo Stato non può certamente stare a guardare, ma deve utilizzare qualunque strumento affinché il Ponte sia ricostruito al più presto ed al meglio. È un dovere verso la Città ma anche verso le vittime". 

"Il modo migliore per far sì che un appalto sia espletato in tempi rapidi, e che soprattutto i lavori vengano eseguiti in modo egualmente spedito ma anche a regola d'arte, è che la stazione appaltante abbia un quadro di regole chiaro e certo". 

"Quella di cui ci occupiamo è certamente una delle più grandi commesse dell'ultimo periodo" e "nell'obiettivo di garantire al Commissario regole certe, in puro spirito di collaborazione istituzionale, ritenendo prioritario l'obiettivo della ricostruzione del Ponte, mi spetta il compito di sollevare qualche dubbio e perplessità sull'impianto del decreto".

Il Commissario straordinario per il ponte di Genova dovrà occuparsi non solo dell'affidamento dell'opera ma anche di molti altri aspetti, "in primis il conferimento in discarica dei materiali di risulta", agendo nell'ambito delle direttive comunitarie, che sarà "tenuto ad applicare senza alcuna mediazione della normativa nazionale".

Cantone ha rilevato che si sta "affidando al Commissario una disciplina alquanto complessa, non solo sugli appalti ma anche sui rifiuti" e ha sottolineato che in questo modo "si rischia di moltiplicare il contenzioso proprio perché il quadro normativo si caratterizzerà per estrema incertezza". Nel decreto Genova è prevista "la deroga a tutte le norme extrapenali comporta anche la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive".

Quindi una "lacuna" del testo. "Non ritengo - ha detto Cantone - di dover sottolineare i rischi insiti in tale omissione, soprattutto perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione (dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio) in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how".

"L'esclusione di soggetti diversi dall'attuale concessionario, generalizzate a tutti i concessionari di strade a pedaggio o che abbiano partecipazioni in esse o che siano da esse controllate, appare di dubbia legittimità, perché in contrasto con i principi di proporzionalità, concorrenza nonché con le indicazioni contenute nella direttiva europea, che prevede cause di esclusione tassative". 

Cantone si è detto d'accordo con quanto già rilevato dall'Antitrust, facendo però notare che la formula contenuta su questo punto nel decreto, ossia "evitare un indebito vantaggio" appare poco chiara.

"Quale sarebbe - ha osservato Cantone - il vantaggio competitivo di un operatore che ha una partecipazione anche minima in una concessionaria di strade a pedaggio? E quale sarebbe il vantaggio competitivo di altri operatori, diversi dall'attuale concessionario?".



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