Dal 2010 coperture immunitarie in stallo, pandemia COVID peggiora scenario: emergono focolai globali di morbillo e poliomielite, pressione su sistemi sanitari e fiducia pubblica.
Il rallentamento delle vaccinazioni infantili, iniziato nel 2010, si è accentuato durante la pandemia da COVID‑19, interrompendo decenni di conquiste. A segnalarlo è uno studio della Global Burden of Disease Study Vaccine Coverage Collaborators su dati fino al 2023, pubblicato su The Lancet. Nel 2023, ben 15,7 milioni di bambini non avevano ricevuto alcuna dose contro difterite, tetano e pertosse nel primo anno di vita .
Secondo Jonathan Mosser, coordinatore dello studio, “nonostante sforzi monumentali, molti bambini restano sotto-vaccinati o del tutto non vaccinati” .
Dall’avvio nel 1974 dell'Expanded Programme on Immunization dell’OMS, oltre 4 miliardi di bambini sono stati vaccinati, con 154 milioni di vite salvate e 10 miliardi di anni di vita in buona salute guadagnati . Tuttavia, tra il 2010 e il 2019, un gruppo di 21 Paesi ad alto reddito ha registrato un calo delle coperture vaccinali, con il caso del morbillo particolarmente critico: il virus ha ripreso campo in quasi metà dei Paesi mondiali.
Durante la pandemia, tra il 2020 e 2023, è aumentato ulteriormente il numero di bambini non immunizzati: 15,6 milioni senza ciclo completo di vaccino DTP o morbillo, 15,9 milioni senza siero antipolio e 9,18 milioni senza vaccino antitubercolare . Nonostante un lieve recupero, le coperture non hanno ancora raggiunto i livelli pre‑COVID.
Le ripercussioni emergono chiaramente: in Pakistan e Afghanistan si registrano avanzamenti di poliomielite selvaggia, mentre in Papua Nuova Guinea si è sviluppata un’epidemia in una popolazione con meno del 50 % immunizzata. Anche i paesi più ricchi non sono immuni: nel 2024, le infezioni da morbillo in UE e Spazio Economico Europeo sono cresciute quasi dieci volte, e negli Stati Uniti sono oltre mille i casi diagnosticati .
Particolarmente grave è la situazione in Europa, dove nel 2024 si sono verificati 127.350 casi di morbillo, il livello più alto dal 1997, con oltre 40 % dei contagi tra bambini sotto i cinque anni e almeno 38 decessi. L’ECDC segnala un aumento decuplicato dei casi in UE/EEA (da 3.973 nel 2023 a 32.265 nel periodo febbraio 2024–gennaio 2025), con la Romania che riporta 27.568 casi e 18 morti, seguita dall’Italia con 1.097 casi, Germania 637, Belgio 551 e Austria 542.
La comunità scientifica evidenzia la necessità di rafforzare i sistemi sanitari, contrastare la disinformazione e sostenere strategie vaccinali eque e localizzate per recuperare terreno e raggiungere l'obiettivo di copertura del 95 %, fondamentale per garantire l’immunità di gregge .
Il quadro che emerge non può essere ignorato: decenni di progresso rischiano di vanificarsi se non si interviene con determinazione, investimenti e scelte mirate. A rischio non sono solo i paesi in via di sviluppo, ma anche le nazioni più avanzate. Ora emerge con forza che ogni ritardo nella vaccinazione può aprire la porta a focolai su scala globale.