Alluvione in Pakistan: tragedia senza fine

23 Agosto 2010   12:41  

"La gente ha sempre più bisogno" spiega Maurizio Giuliano, portavoce in Pakistan dell'Ufficio dell'Onu per il coordinamento dell'assistenza umanitaria (Ocha), mentre in alcune delle zone più colpite dalle alluvioni continua a piovere.

Secondo il responsabile delle Nazioni Unite, sono ormai otto milioni le persone che hanno urgente bisogno di aiuto, tende e un riparo, ma anche acqua potabile e razioni alimentari.

"La situazione - sottolinea Giuliano - è drammatica soprattutto nella provincia del Sind, dove negli ultimi due giorni il numero degli sfollati è aumentato in modo significativo". Di un'emergenza che continua racconta alla MISNA anche Shammas Ruben, segretario esecutivo della Caritas a Hyderabad, una delle principali città del Sind attraversate dal fiume Indo.

"Oggi non piove - dice Ruben - ma nel fine-settimana molti villaggi alla periferia del centro urbano sono stati sommersi da oltre un metro d'acqua". Il basso corso dell'Indo, che taglia il Pakistan da nord a sud, potrebbe continuare a ingrossarsi. Nelle campagne, non solo nel Sind ma anche a est e a nord nelle province del Beluchistan e del Punjab, migliaia di contadini hanno cercato rifugio nella colline e nelle alture più vicine ai villaggi sott'acqua.

L'emergenza ha costretto a evacuare anche diverse città, ad esempio Shahdadkot e Thatta, da dove sono fuggite almeno 200.000 persone. Secondo le stime dell'Onu, dall'inizio di Agosto, le piogge monsoniche hanno provocato circa quattro milioni di senzatetto. Le vittime sarebbero almeno 1400, in un'area che copre circa un quinto del Pakistan, estesa dalle montagne del Kashmir al Mare Arabico.

E' di questa notte la notizia della morte nel Punjab di 20 persone, travolte dalle acque di un torrente mentre viaggiavano su un pullman.

Dal mondo cominciano ad arrivare gli aiuti, contando le "promesse di impegno" sarebbe stato raccolto il 65% dei 360 milioni di euro necessari per i primi soccorsi.

"La distribuzione sta migliorando" assicura alla MISNA Giuliano, secondo il quale sono state consegnate razioni alimentari a un milione e 200.000 persone e contenitori di acqua potabile ad altri due milioni e mezzo. Molte ma non abbastanza sottolinea padre Erik Dayalm, responsabile organizzativo della Caritas pachistana, contattato dalla MISNA a Lahore, il capoluogo del Punjab. "Ci vorranno settimane per raggiungere le zone più isolate - sottolinea padre Dayalm - non solo nel Sind e nel Punjab ma anche più a ovest, nel Beluchistan".

L'unico conforto resta la solidarietà della gente, nei campi per sfollati di Hyderabad o alla periferia di Karachi, il grande porto sul Mare Arabico dove cercano rifugio i disperati del Sind. "I poveri aiutano i poveri" dice Ruben, che racconta una storia diversa rispetto alle presunte discriminazioni denunciate oggi da alcuni organi di stampa. "Finora - sostiene il responsabile della Caritas - non ho visto scorrettezze nella distribuzione degli aiuti: il Pakistan è un paese a grande maggioranza musulmano, ma soprattutto nel Sind le fedi sono abituate a convivere"

 


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