Ancora polemiche nella Dc che non ha presentato alcuna lista

01 Novembre 2008   10:08  

"Alla fine, la montagna non ha partorito neanche un topolino, ma l’avevamo annunciato". Esordisce ironicamente Massimo Pietrangeli (nella foto), segretario pescarese della Dc, che insieme ai colleghi di Chieti e Teramo Racciatti e De Dominicis, torna ad attaccare il segretario regionale Cioni.

"Il sedicente segretario regionale della DC, Celso Cioni, statutariamente decaduto, dopo tanti proclami, non è stato in grado di esporre lo scudo crociato, unico vero simbolo della Democrazia Cristiana, accettando supinamente una cocente umiliazione.

La presentazione di uno scudo di 4 mm., tagliato a metà ed inserito in una lista civica, senza nemmeno il nome, non può e non deve in alcun modo rappresentare effettivamente il partito. Ribadiamo il nostro appoggio pieno ed incondizionato a Gianni Chiodi e voteremo lui e il PDL, ma invitiamo iscritti e simpatizzanti a non premiare i sedicenti DC di quel simbolo patacca, e contestualmente diffidiamo la stampa a riferirsi a questo simbolo surrettizio come a quello della Democrazia Cristiana: tanto, per la dovuta difesa di un simbolo storico, che non meritava questa grave mortificazione.

 

Quanto al simbolo, inoltre, - concludono i tre segretari provinciali - lo sfondo non è quello della DC, e sul braccio orizzontale della croce non vi è scritto “ LIBERTAS “, ma “ LIBERTA’ “, oltretutto in azzurro e non in bianco : tutt’altra cosa, dunque, con l’unico scopo di confondere le acque e prendere in giro gli elettori della vera DC, il cui unico vero simbolo è quello che figura nell’intestazione.

L’invito a non votare i sedicenti DC non riguarda, ovviamente, i candidati di Carlo Masci".


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