Nuove ombre sulla controversa figura di Antonio Cicchetti, l'imprenditore aquilano amico del Vaticano che a giorni dovrebbe diventare nuovo vice commissario alla ricostruzione con il compito di coordinamento della Struttura di Gestione dell'Emergenza.
Sessantanove anni, Cicchetti è dal 2004 direttore amministrativo dell'Università Cattolica del Sacro  Cuore di Roma ed è componente della "Famiglia pontificia" come  gentiluomo di Papa Benedetto XVI, a L'Aquila lo si ricorda come presidente onorario del Comitato Perdonanza negli anni in cui la manifestazione fu travolta da scandali giudiziari e lo si conosce per il suo impegno nella riqualificazione della frazione di Santi di Preturo, dove ha aperto il primo campo da golf del comprensorio e sta realizzando centro residenziale, albergo, centro benessere, centro congressi, insomma, un impero immerso nel verde fino a qualche anno fa desolato a venti chilometri dalla città.
Dalle colonne del quotidiano "Il Centro" ha minimizzato, ma l'articolo che segue, dal titolo "Appalti alle ditte dei parenti. Veleni al vertice della Cattolica", apparso ieri sul Corriere della Sera, parla in questi termini del vice commissario in pectore:
«Mala gestio». Cattiva amministrazione, nomine discutibili, conflitti di  interessi. L' Università del Sacro Cuore e l' Istituto Giuseppe  Toniolo, vale a dire il fulcro del mondo cattolico a Milano (ma non  solo), sono toccati da sospetti e indiscrezioni come minimo  imbarazzanti. La polemica investe, in prima battuta, il direttore  amministrativo dell' Ateneo, Antonio Cicchetti, manager dai «multiformi  impegni» (pubblici e privati) cui sta per aggiungere la poltrona di vice  commissario per la ricostruzione post-terremoto a L' Aquila.     La  scia delle eventuali responsabilità o negligenze si impone all'  attenzione dell' establishment cattolico, che si concentra nel Comitato  permanente dell' Istituto Toniolo, l' Ente morale fondato nel 1920 dal  Vaticano con il compito di indirizzare l' azione dei cattolici in ambito  universitario. Con il tempo il Toniolo è diventato il centro nevralgico  degli equilibri tra Santa sede e Curia milanese, attraverso anche l'  innesto di manager e personalità laiche provenienti dal mondo politico  (gli eredi della vecchia Dc), giuridico ed economico. Oggi del Comitato  fanno parte il cardinale Dionigi Tettamanzi (presidente), Paola  Bignardi, Dino Boffo, Giuseppe Camadini, Felice Martinelli, Roberto  Mazzotta, Piero Melazzini, Cesare Mirabelli, Alberto Quadrio Curzio,  Anna Maria Tarantola e il rettore della Cattolica, appena riconfermato,  Lorenzo Ornaghi. Il «caso Toniolo-Cattolica» nasce da tre lettere  scritte dal professor Alberto Crespi, giurista di indiscussa levatura,  ora in pensione dopo ventisei anni di insegnamento culminati con l'  incarico di preside della Facoltà di Giurisprudenza in Largo Gemelli.  Crespi sceglie come destinatario-interlocutore l' Arcivescovo di Milano,  Tettamanzi, collocato alla presidenza del Toniolo ancora da Papa  Wojtyla. Nella serie di scritti (l' ultimo risale al 20 giugno 2010, sul  primo aveva già riferito il Corriere), il grande penalista «segnala»  quelle che definisce «forti anomalie» nelle scelte compiute dal Comitato  permanente del Toniolo. Notazioni sferzanti sullo «scadimento  professionale» si alternano a rilievi concreti. Solo tre esempi ricavati  da un testo di sette pagine. Primo: «la perdita di un finanziamento  statale e regionale a fondo perduto di ben otto milioni di euro, a causa  del mancato inoltro della richiesta da parte del Toniolo». Secondo: «Il  conflitto di interessi» in cui si viene a trovare Roberto Mazzotta,  componente degli organi dirigenti del Toniolo, ma anche promotore della  campagna di raccolta fondi avviata dall' Università Bocconi. Infine la  cooptazione nel Comitato di Dino Boffo (l' ex direttore di Avvenire, al  centro di una campagna che lo ha portato alle dimissioni) a scapito di  Giovanni Maria Flick, «cattedratico universitario», già ministro e  Presidente della Corte costituzionale. Naturalmente non mancheranno le  repliche. Mazzotta, per esempio, fa sapere di aver «esaurito già sei  anni fa l' incarico alla Bocconi». Tuttavia, incrociando le verifiche,  il consigliere delegato della stessa Bocconi, Bruno Pavesi, riconosce  «con orgoglio» che «Mazzotta fa ancora parte di un comitato di indirizzo  per la campagna Bocconi 2015, anche se l' organismo si riunisce una o  due volte all' anno».     Ma i casi specifici alludono, evidentemente, a  dinamiche più profonde, a ciò che Crespi definisce, appunto «un'  avventurosa mala gestio». Non a caso in parallelo alle  «lettere-denuncia» del professore, sono cominciate a spuntare  segnalazioni e veri dossier dai contenuti potenzialmente devastanti.  Questa volta il focus si concentra sul direttore amministrativo della  Cattolica, Antonio Cicchetti, (69 anni, nato a l' Aquila), il cui  mandato scade il mese prossimo. Basta digitare il suo nome e cognome  nell' archivio telematico del Cerved per ottenere la prima sorpresa:  oltre alla carica di «procuratore dell' Università cattolica», ottenuta  il 14 febbraio 2008, Cicchetti figura come presidente del consiglio di  amministrazione della «Rio Forcella spa», sede all' Aquila;  amministratore unico della S.c.a.i. (Società chirurgica addominale  italiana, sede a Roma); consigliere della Fondazione Poliambulanza;  consigliere di Progettare per la Sanità, iniziative e tecniche  editoriali. Dalla sua postazione di comando in Cattolica, Cicchetti è in  grado di orientare le scelte economico-amministrative non solo dell'  Università, ma soprattutto della vasta area di istituti sanitari che  gravitano intorno al Policlinico Agostino Gemelli di Roma (la «clinica  dei papi»). Ora, la fitta rete di relazioni, società, clientele  attribuita a Cicchetti è semplicemente impressionante. Nel libro soci  della Rio Forcella spa, che si occupa di campi da golf in Abruzzo,  compaiono personaggi, per lo più amici e parenti, che formano un sistema  a grappolo con interessi, tra l' altro, nelle forniture sanitarie,  nelle costruzioni, nelle attrezzature informatiche. Un clan familistico,  che vede impegnati la moglie Maria Adelaide Venti, i figli Paolo e  Americo Cicchetti, il nipote Mauro Cuomo (nominato tra l' altro dallo  stesso Antonio Cicchetti direttore amministrativo di cinque strutture  collegate all' Agostino Gemelli), il cognato Antonio Cuomo (padre di  Mauro e titolare dell' agenzia di viaggio Triremis, fornitore della  facoltà di Medicina e chirurgia dell' Università cattolica, sede di  Roma). Famiglia, dunque, ma anche vecchie e nuove amicizie. A cominciare  dal rapporto consolidato con l' architetto Giuseppe Manara, socio di  Rio Forcella, ma soprattutto riferimento costante dei principali lavori  di ampliamento del Gemelli a Roma, a quello con Antonio Angelucci (anche  lui nato in provincia dell' Aquila), fondatore del gruppo di cliniche  private Tosinvest. Il punto chiave, naturalmente, è capire se, in che  misura e, soprattutto, con quali procedure, gli appalti e le forniture  del «Sistema Cattolica» siano state assegnati da Antonio Cicchetti alle  società dei suoi amici e familiari. Toccherà agli organi dell'  Università cattolica e alla vigilanza del Toniolo, di cui è garante il  cardinale Tettamanzi, dare una risposta. Certo, alcune tracce rafforzano  i dubbi. Manara, per esempio, è sicuramente un professionista con un  ricco carnet di committenti. Sul suo sito web sono illustrati, per  esempio i grandi progetti realizzati a Dubai. Ma è anche un fatto che 5  lavori sui 16 presentati dallo stesso architetto sul suo indirizzo  Internet alla voce «sanità» riguardino il Policlinico Gemelli, e 4 su 5  (casella «università») si riferiscano alla Cattolica. Altro riscontro  facile: il rinnovamento delle strutture informatiche sempre del  Policlinico affidato alla Gesi, società presieduta da Andrea Di Maulo,  cugino di Antonio Cicchetti. La Gesi partecipa al consorzio Edith  (soluzioni informatiche) con l' Università cattolica. Si potrebbe  continuare davvero per ore, seguendo la «Cicchetti map» e tenendo conto  di un precedente. Il direttore amministrativo della Università cattolica  è già stato condannato dalla Corte dei conti nel 2008 in relazione al  buco di bilancio del comitato della «Perdonanza», istituto religioso  dell' Aquila. In compenso Cicchetti si fregia del titolo di «Gentiluomo  di sua Santità» (piuttosto svalutato di questi tempi in verità). In  attesa che da Roma arrivi la nomina ufficiale per il posto da vice  commissario all' Aquila e che a Milano i vertici della Cattolica  decidano se rinnovargli il mandato da direttore amministrativo. 
Giuseppe Sarcina
Già in molti a L'Aquila e in Abruzzo si sono apposti alla nomina di un nuovo vice commissario e in particolare alla persona di Cicchetti per ricoprire questo ruolo, a partire dai partiti di centrosinistra fino a associazioni e comitati cittadini. Questo primo polverone forse, contribuirà a far naufragare la nomina da parte del governo.