Appelli all'unità degli aquilani. Rabbia per il negato uso delle intercettazioni di Verdin

06 Agosto 2011   13:06  

Enza Blundo e Antonio Congeduti, dell'asemblea citadina di Piazza Duomo

''Occorre l’Unità di tutti gli Aquilani Ormai, dopo l’Assemblea Cittadina del 3 Agosto 2011, è fin troppo chiaro che la ricostruzione della nostra Città non dipende né dalle politiche di governo e neppure da quelle di opposizione; infatti il confronto con Chiodi che ha accettato l’arena proposta dai cittadini aquilani ha messo a nudo drammatiche verità, tra queste la violenza dello scontro fra le istituzioni, soprattutto quelle più propriamente amministrative, legate ai propri interessi di bottega e non alla ricostruzione della Città.

Interessi, forse neppure immediatamente politici, ma certamente lesivi dei diritti dei cittadini e delle soluzioni dei bisogni fondamentali, anche di sopravvivenza degli uomini e delle donne che insistono a voler abitare il cratere in cui si è consumata la tragedia del 6 Aprile.

Infatti nessuna di queste amministrazioni si sta occupando delle difficoltà economiche delle popolazioni, dell’affanno delle famiglie private dell’esonero dei tributi e delle tasse, dei nuclei di persone anziane bisognose di sussidio per sopravvivere, della disgregazione sociale diffusa e dispersa nelle 19 new-towns, luoghi dove si è smarrito lo stesso bisogno di territorialità, bisogno che non è stato salvaguardato neppure dagli osservatori internazionali che ne avrebbero dovuto tutelare le fondamenta nella difesa dei diritti inalienabili della persona.

A fronte di ciò organizzazioni parallele e forti economicamente si sono organizzate a ricostruire una Città diversa, una futura L’Aquila della borghesia compradora, una città caotica, disomogenea, senza la ben minima configurazione logica, imbarbarita dalle infrastrutture di viabilità e dall’occupazione scellerata di suolo.

Inoltre organizzazioni corporative rappresentative di una casta mercantile si ergono a difesa di interessi di parte, ma chiamando alla lotta opportunisticamente una popolazione stanca, stremata dai soprusi subiti, invocando fantomatici obiettivi generali, pur di ottenere collaborazione sociale ai propri nefasti bisogni di arricchimento economico.

A fronte di ciò sembra persino assurdo che il Presidente Chiodi possa convenire sulla Tassa di Scopo per quanto il suo partito ed il suo governo si siano opposti fino ad oggi a tale soluzione economica per la Ricostruzione.

Ebbene alle forme di collaborazione richieste dalla rete delle imprese preferisco scelte opportune anche se condivise dai cittadini con le istituzioni, qualora davvero i suoi rappresentanti, fuori dalle appartenenze di partito dichiarassero sinceramente di voler iniziare una battaglia vera per la nostra Città: questo sarebbe il risultato che si offre come nuovo alla nostra collettività.

I cittadini devono ora pensare fuori degli schieramenti per i propri interessi generali per raggiungere gli obiettivi della ricomposizione sociale e della sopravvivenza, all’ Assemblea Cittadina resta il compito di favorire questo processo ottenendo ogni giorno risultati e vittorie impegnando tutti ad azioni più finalizzate, perché siano individuate le vere controparti contro cui lottare per risolvere il disagio sociale.''

Il comitato 3e32 inva intanto questa dura nota stampa

 

Negato l’uso delle intercettazioni di Verdini nell’inchiesta sugli appalti post-terremoto. I parlamentari abruzzesi del PDL sono colpevoli e recidivi.

Ed anche i garantisti del PD si impegnano a garantire sonni tranquilli e risate spensierate a Verdini e alle cricche.
L’Aquila, 4 agosto 2011

Prima di andare in vacanza, la Camera ha pensato bene di garantire sonni e risate tranquille a Denis Verdini, coordinatore nazionale del PDL indagato per gli appalti del G8 e della ricostruzione dell’Aquila; perciò ha negato alla magistratura l’uso delle intercettazioni nell’ambito di quell’inchiesta.

Non sarà superfluo ricordare che senza le intercettazioni gli aquilani non avrebbero mai saputo che qualcuno rideva nel letto già la notte del terremoto, in vista degli affari che si preparavano.

I parlamentari abruzzesi del PDL, che  già qualche mese fa hanno votato compatti per il processo breve - che rischia di annullare i processi per i crolli assassini dell’Aquila –  anche questa volta non si sono sottratti al loro dovere di sostengo all’impunità e hanno votato compatti per negare l’uso delle intercettazioni di Verdini.

Cosa aspettarsi d’altra parte da Maurizio Scelli, condannato dalla Corte dei Conti per la mala gestione della Croce Rossa, da Sabatino Aracu coinvolto nella tangentopoli abruzzese o da Marcello De Angelis, un passato da estremista di destra condannato definitivo per banda armata e associazione sovversiva? E non si sono sottratti nemmeno Paola Pelino, Carla Castellani e Giovanni Dell’Elce.

Questa volta, a sostenere la maggioranza anche un gruppo di dissidenti del PD, estremisti del garantismo (provengono quasi tutti dalle fila dei Radicali): li ringraziamo per continuare a favorire quelli che ridevano contando i soldi mentre noi contavamo i morti! Il loro garantismo tecnicistico e astratto tutela i sospetti colpevoli molto meglio delle vittime, a cui si tenta di negare per l’ennesima volta verità e giustizia.

Ecco chi sono gli eroi del garantismo a senso unico (tutto per le cricche, nulla per le vittime):

BELTRANDI MARCO, 42 anni,  dirigente PD eletto in Emilia-Romagna; non è la prima volta che vota col governo: ha votato contro l’election day, per separare le votazioni dei recenti referendum da quelle per le amministrative. Un tentativo del governo di far fallire i referendum, che è costato ai contribuenti oltre 300 milioni di euro.

BERNARDINI RITA, 59 anni, romana eletta in Sicilia col PD. Fa parte della pattuglia dei Radicali garantisti: libere risate per libere cricche!

FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA , 42 anni, presidente dei Radicali italiani eletta nelle liste del PD in Friuli. Una garantista di ferro: Verdini deve poter coordinare affari e appalti senza essere disturbato da magistrati che lo intercettano! Un po’ di giustizia, perbacco, anche le cricche devono poter  ridere spensieratamente!

MECACCI MATTEO, fiorentino, 36 anni, eletto col PD nel Lazio. Viene dai radicali, di cui è stato rappresentante alle Nazioni Unite. Sostiene di aver fatto varie campagne per i diritti umani, ma si vede che per lui gli aquilani sono di un'altra specie che quella umana. Il suo garantismo deve essere a  senso unico: vale solo per i sospetti colpevoli, non certo per le vittime. 

TURCO MAURIZIO, 51 anni, pugliese eletto in Lombardia col PD. Anche lui proviene dal gruppo non violento dei Radicali: chissà se ha mai pensato che la fame  di verità e giustizia delle vittime innocenti può essere una violenza molto dolorosa da subire. Per ora è troppo impegnato a tutelare dalle inchieste affaristi e sospetti corrotti.

ZAMPARUTTI ELISABETTA, 47 anni, nata a Bolzano eletta in Basilicata col PD. E’ nella Commissione Ambiente della Camera, dove si sta discutendo la legge di iniziativa popolare per la ricostruzione dell’Aquila. Gli aquilani sono ben rappresentati, come si vede!


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