Appello Disperato del Padre di Kimberly Bonvissuto: "Se Mi Stai Sentendo, Chiamaci."

Nel buio dell'incertezza e dell'angoscia, Mariano Bonvissuto, il padre di Kimberly Bonvissuto, rivolge un appello accorato alla figlia scomparsa da lunedì scorso a Busto Arsizio. "Kimberly, ti prego, se mi stai ascoltando, accendi il telefono. Chiamaci, facci sapere che stai bene. Stiamo morendo; qualunque cosa sia successo, la affronteremo e la supereremo insieme. Ma ti prego, facci sapere che stai bene: torna a casa" supplica il padre, mentre la preoccupazione cresce con il passare delle ore.

Da lunedì, di Kimberly non c'è più traccia: telefono spento, nessun contatto con familiari o amici, silenzio sui canali social. "È uscita di casa solo con il telefono e il caricabatterie - racconta il padre - Nessun vestito di ricambio. Nulla. Stiamo vivendo ore devastanti".

L'angoscia è palpabile negli occhi del padre quando pensa a quanto accaduto pochi giorni fa con Giulia Cecchettin. "Seguendo questo padre ho pianto - confessa Bonvissuto - e adesso provo la sua stessa angoscia. Credo con tutto me stesso che Kimberly stia bene, ma l'ansia, il non sapere, il non avere sue notizie ci sta logorando".

L'appello del padre è un grido di disperazione che riecheggia nel buio dell'ignoto. Mariano Bonvissuto, senza ipotesi su cosa possa essere accaduto, si affida alla polizia di Stato di Busto, ringraziandola per l'impegno nel cercare sua figlia. "Non so cosa possa essere successo. Kimberly è una normale ragazza di 20 anni: ha fatto l'alberghiero, poi ha iniziato a fare qualche lavoretto. Voi sapete cosa passa per la testa di una ragazza di 20 anni?" chiede, rivolto ai cronisti.

L'incertezza cresce, e gli inquirenti, pur escludendo alcune piste, valutano ogni ipotesi. La pista di un giovane conosciuto sui social, inizialmente considerata, sembra essere stata esclusa. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti, coordinato dal pubblico ministero Susanna Molteni, nella speranza di riportare presto Kimberly a casa.