Appello di Fare Verde: D'Alfonso dica no a un inceneritore di rifiuti in Abruzzo

03 Settembre 2015   14:15  

"Un documento irricevibile", tale è per Fare Verde lo schema di Decreto preparato dal Ministro dell'Ambiente Galletti e sottoposto all'esame delle Regioni e delle Province autonome per avviare la realizzazione di 12 nuovi inceneritori di rifiuti sul territorio nazionale, di cui uno in Abruzzo.

L'appuntamento per l'analisi tecnica del documento è fissato per il prossimo 9 settembre a Roma e il Ministro Galletti ha già sollecitato un parere nella prima seduta utile della Conferenza Stato-Regioni.

Per questo Fare Verde, che aderisce alle giornate nazionali di mobilitazione indette dalla rete Zero Waste Italy contro il piano inceneritori del Governo Renzi, ha rivolto un accorato appello al presidente D'Alfonso e all'Assessore Mazzocca per chiedere di esprimere un parere motivato e negativo in occasione dell'importante appuntamento con il Governo centrale.

"L'art.35 dello Sblocca Italia oltre a sbloccare le trivelle di Ombrina, rischia di sbloccare anche un inceneritore di rifiuti da 100.000 tonnellate annue in Abruzzo" afferma Massimo De Maio, referente di Fare Verde in Abruzzo "il Ministro Galletti lo ha scritto a chiare lettere nello schema di Decreto all'esame delle Regioni: l'Abruzzo non ha impianti di incenerimento e il piano regionale rifiuti consentirebbe di realizzarlo, grazie a una indicazione calata dall'alto dal Governo Renzi".

L'appello di Fare Verde e della rete Zero Waste Italy contiene una serie di osservazioni tecniche che smascherano, dati alla mano, il tentativo di sovrastimare la necessità di costruire nuovi inceneritori.
"I calcoli del Governo sono palesemente errati", sottolinea De Maio. "basti pensare che si assume un tetto massimo del 65% per la Raccolta Differenziata quando anche nel non proprio virtuoso Abruzzo c'è un Comune che ha raggiunto il 76% e in Provincia di Belluno ce n'è uno che ha raggiunto l'87%".

Fare Verde chiede alla Giunta D'Alfonso di contrastare gli orientamenti del Governo per tutelare, oltre alla salute dei cittadini e all'integrità dei territori, risparmi e occupazione. "Abbiamo calcolato 960 posti di lavoro generati in tutta Italia dai 12 inceneritori che il duo Renzi-Galletti vorrebbero costruire", aggiunge De Maio, "e siamo stati ottimisti poiché abbiamo calcolato, per ogni impianto, gli 80 occupati del più grande inceneritore d'Italia che tratta fino a 800.000 tonnellate all'anno. Se si considera l'impianto da 100.000 tonnellate previsto in Abruzzo, scopriamo che si tratta di poche decine di occupati. Al contrario, una recente ricerca ha dimostrato che raddoppiando il riciclo e dimezzando l'incenerimento, i nuovi posti di lavoro passerebbero da 960 a più di 10.000".
Anche sul fronte dei costi, Fare Verde avanza critiche sostanziali: "con i 450 milioni necessari per costruire un inceneritore da 400.000 tonnellate annue possiamo realizzare 100 innovative 'fabbriche dei materiali' che estraggono materie riciclabili da 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti indifferenziati residui senza produrre fumi e ceneri da trattare come rifiuti speciali".

L'alternativa per Fare Verde è l'economia 'circolare' approvata a larga maggioranza dal parlamento Europeo lo scorso mese di luglio: estrarre risorse dai nostri scarti per ridurre la dipendenza da materie prime importate a caro prezzo dall'estero e rendere più competitive le imprese europee.


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