Approvato decreto lampo per impedire la morte di Eluana

Ma Napolitano non firma. E' scontro

07 Febbraio 2009   07:53  

Approvato ieri all' unanimità, il decreto legge contro la sospensione dell' alimentazione artificiale nei casi di stato vegetativo permanente torna a spaccare il Paese. Bocciato dal presidente Napolitano in quanto "incostituzionale", il provvedimento è stato varato con estrema velocità allo scopo dichiarato di impedire la morte di Eluana Englaro, la donna che da 17 anni versa in stato di coma irreversibile, e che, come documentato dalla Cassazione e dalla Corte d'Appello di Milano, aveva espresso, a circa un anno dalla tragedia, la ferma volontà di non rimanere imprigionata in un corpo che le impedisse di percepire il mondo esterno, e pertanto di non essere sottoposta ad alcuna procedura di accanimento terapeutico. Una tendenza alla libertà e all' autodeterminazione non riconosciuta da Chiesa ed Esecutivo, fin dal principio contrari al distacco del sondino nasogastrico dal corpo di Eluana, e pertanto alle sentenze che Corte Costituzionale, Cassazione e Corte d'Appello milanese hanno emesso lo scorso anno in favore della famiglia Englaro, e della richiesta da essa ripetutamente avanzata di sospendere le cure atte mantenere in vita il corpo “martoriato” della figlia.

 

SCONTRO DIRETTO TRA ESECUTIVO E QUIRINALE

Ricoverata nella struttura friulana "La Quiete", che l' ha accolta il 3 febbraio scorso, Eluana ha iniziato, alle sei di ieri mattina, il protocollo che prevede l'interruzione graduale dei nutrienti che l'hanno mantenuta in vita fino ad ora. Ma l'azione repentina del Governo potrebbe in qualche modo ostacolare la procedura inoltrata dallo staff medico in ottemperanza alla sentenza definitiva della Cassazione.

L' unico articolo del decreto, definito dal Premier Berlusconi come "necessario e urgente", è volto infatti a bloccare il processo medico che dovrebbe porre fine all'esistenza vegetativa della donna, e riguarda pertanto unicamente la disciplina in materia di fine vita sul nutrimento artificiale dei pazienti in coma irreversibile: "In attesa dell'approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita l' alimentazione e l' idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi", recita il decreto, un provvedimento ad hoc che rischia di creare pesanti tensioni tra esecutivo e Quirinale.

La obiezioni sollevate dalla più alta carica dello Stato al Governo hanno infatti frustrato le aspettative della maggioranza, che ha ritenuto tuttavia di andare avanti portando il decreto al voto. "se non avessimo prodotto ogni sforzo per evitare la morte di una persona in pericolo di vita e non in (stato di) morte cerebrale (...) io mi sentirei responsabile di omissione di soccorso" ha affermato il capo del Governo, aggiungendo che la donna è perfettamente in grado di "generare un figlio". Ma Napolitano, già espressosi a mezzo lettera dichiarando di non accogliere il provvedimento perchè obiettivamente incostituzionale, ha ritenuto ieri di non poter procedere all'emanazione del decreto, riaccendendo l'aspro e quanto mai complesso dibattito che Vaticano, intellettuali e politici del Paese hanno sollevato senza esclusione di colpi fin dalla prima sentenza a favore degli Englaro.

Uno scoglio che Berlusconi afferma di aver previsto, e che sembra non destare nel Premier alcun dubbio circa l'iter che il decreto seguirà nelle prossime ore. Il provvedimento passerà infatti nuovamente alle Camere, chiamate dall' Esecutivo a legiferare sulla delicata faccenda nel giro di "due-tre giorni"al massimo. Il video della conferenza stampa tenuta dal Premier al termine del Consiglio dei Ministri

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GLI INTERVENTI, LE PROTESTE, GLI ISPETTORI ...

Torna così ad aprirsi il baratro concettuale che divide l'Italia in sostenitori della vita ad ogni costo, e convinti assertori del diritto di ogni individuo ad autodeterminarsi sospendendo le cure quando "unicamente volte a tardare il momento del trapasso", e pertanto non risolutive della sofferenza prolungata che spesso imprigiona il paziente nello stato vegetativo permanente.

Nella mattinata di ieri, prima ossia dell'approvazione del decreto tanto discusso, il procuratore generale di Trieste, Beniamino Deidda, ha assicurato che la magistratura friulana non avrebbe dato vita ad alcuna iniziativa volta a ritardare l'attuazione di quanto disposto dalla Cassazione sulla sospensione dell' alimentazione artificiale della donna. Ma l' annuncio dato in serata relativamente agli ispettori inviati da Sacconi nella clinica di Udine, rischia di compromettere drasticamente la certezza che la sentenza venga rispettata.

Secondo Campeis, legale della famiglia Englaro, tale incursione politica non inibirà il protocollo medico iniziato alle 6 del mattino di ieri. Un'affermazione condivisa anche da Carlo Alberto Defanti, il neurologo che segue Eluana da quel lontano 92, quando la tragedia ebbe inizio: "Ci muoveremo comunque sempre nell'ambito della legge- ha detto davanti alle telecamere- e, al momento, la legge ci consente di andare avanti".

Se nell' ambiente medico si continua a mostrare calma e raziocinio, non può dirsi altrettanto della comunità politica nostrana, in pieno fervore e accanimento ideologico, a dimostrazione del fatto che il dramma di Eluana non rappresenta soltanto un tragico caso umano rimasto troppo tempo orfano di una legiferazione che vi si adattasse, ma anche il simbolo di un' Italia dilaniata saecula saeculorum tra potere religioso e laicità dello Stato. Esplicitamente imbronciata ad esempio la reazione della Chiesa, che di fronte alla scelta di Napolitano di non firmare il decreto lampo varato dal Governo, si è detta "delusa" e pronta a lottare per impedire quello che giudica come un "assassinio" annunciato, come offesi e per niente disposti ad arretrare sono i componenti della maggioranza, più compatti che mai e rassicurati dall'adesione di Fini, che pure inizialmente aveva mostrato dissenso definendo come un errore la legiferazione fulminea di un aspetto tanto delicato come la sospensione dell'alimentazione artificiale nei pazienti in coma.

Proteste, ma in direzione diametralmente opposta anche dai radicali e dal partito di Antonio Di Pietro, soddisfatto per il comportamento tenuto dal Quirinale, e per niente entusiasta dell'iter che il decreto lampo sul caso Englaro minaccia di seguire nei prossimi giorni.
Tra gli interventi più duri sull'operato dell'esecutivo sicuramente quello di Donadi, capogruppo Idv alla Camera, che ha definito "Agghiaccianti, immorali e disgustose" le parole espresse dal Premier Berlusconi sul caso umano della Englaro al termine del Consiglio dei Ministri. Il capo del Governo ha infatti affermato che la donna di Lecco è "viva" e perfettamente "in grado di generare un figlio". Un intervento che ha dato luogo a non poche polemiche. Occorrerebbe infatti la possibilità di interagire, conoscere, potersi muovere, avere la capacità di cognizione ed espressione affettiva- dicono i medici- per potersi definire come “in grado di mettere al mondo un figlio”, non basta un involucro biologico, una porzione di corpo, funzionante peraltro solo se alimentato dall'esterno, a conclamare lo stato di salute di una persona. Una polemica che secondo fonti vicine alla famiglia Englaro non avrebbe fatto che aggravare il già pesante clima psicologico esperito dai genitori di Eluana, da 17 lunghi anni al capezzale di una figlia che "non può morire". Ma il dibattito sulla vicenda Englaro ha superato i confini dell'amara circostanza individuale, trascendendo ogni limite, ogni censura, rompendo gli argini di un silenzio civico forse durato troppi anni, su un tema umano ed esistenziale troppo scabroso e trasgressivo per la mente dell' italiano da sempre attratto e nel mentre respinto dall'idea di una maggiore libertà ed autonomia decisionale sulla propria vita. Ed è così che il caso E.E. guadagna le piazze cittadine, i bar, i supermercati, le cene tra amici, i discorsi in famiglia davanti al Tg, giungendo a riempire e sconvolgere anche le comunità della Rete e i social network come Facebook, in un vortice emotivo ed esistenziale difficile da contenere o controllare. Grande il fermento anche in Abruzzo, dove sembra che in serata un neonato movimento contro il decreto lampo del governo sia intenzionato a realizzare un sit-in spontaneo davanti la Prefettura aquilana, al fine di manifestare a favore della laicità dello Stato e della democrazia costituzionale

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PAPA' BEPPINO: "MIA FIGLIA VIOLENTATA DA 17 ANNI" ...

Dopo aver appreso del decreto d'urgenza varato dal Governo, il padre della giovane si è detto infatti "sconvolto e sfinito", ribadendo essenzialmente quanto affermato lo scorso venerdì prima del trasferimento di Eluana nel centro sanitario di Udine, quando di fronte allo sguardo commosso della giornalista Anna La Rosa di "Telecamere" ha definito le cure somministrate alla figlia una vera e propria violenza: "Considero Eluana violentata da 17 anni, una violenza terapeutica inaudita, inaccettabile e intollerabile. Aveva visto il suo amico nelle stesse condizioni, invaso da mani altrui, ed era gelosissima della propria autonomia e liberta'. Gia' a 10 anni ci aveva detto: cosa c'entrate voi con la mia vita? Sin da dopo l'incidente, la scelta della famiglia fu di non infierire sul corpo martoriato della ragazza, ma ci siamo meravigliati che questa volontà non venisse rispettata".

Un uomo pacato, lucido, gravemente provato, ma ancora determinato ad agire in modo trasparente e legale affinchè la volontà della figlia sia rispettata pubblicamente, e non nel confortevole segreto in cui molte famiglie italiane hanno consumato i propri gesti eutanasici. Eppure papà Beppino non voleva essere un eroe: "Sono infastidito dall'essere passato da un randagio che abbaiava alla luna a un araldo delle liberta' fondamentali. Eluana e' morta il 18 gennaio 1992. Poi e' entrata nei meccanismi dell'iter riabilitativo, e da allora e'soggetta ad una violenza terapeutica. Io vado avanti: avere contro il mondo intero non e' niente rispetto ad avere contro sè stessi". Segue il video della storia di Eluana raccontata dal padre alle telecamere di Rai3 nel 2007 , prima che la sentenza della Cassazione consentisse la sospensione delle cure tramite distacco del sondino naso-gastrico dal corpo della donna.

 





Giovanna Di Carlo


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