Arresto Lusi, il voto al Senato. In aula l'ex tesoriere: "Non fatemi diventare un capro espiatorio"

20 Giugno 2012   17:21  

dal Corriere.it

È iniziata nell'aula del Senato, con l'intervento del presidente della Giunta delle autorizzazioni Marco Follini che ha letto la relazione con parere favorevole, l'esame della richiesta di arresto per Luigi Lusi. «Senatore Lusi si dimetta, eviti a se stesso e al Parlamento un voto che somiglia a un'impropria ordalia» è stato l'appello di Follini. L'ex tesoriere della Margherita è seduto nei banchi del gruppo Misto. Semivuoti invece i banchi del centrodestra. Il PdL ha infatti deciso di uscire dall'aula e non votare sull'arresto. La linea è emersa nel corso del gruppo del PdL al Senato. «Non dobbiamo dare alcuna sponda alla sinistra, non ci devono essere strumentalizzazioni su questo voto» ha spiegato Angelo Cicolani.

IL PD - Il Pd non potrà escogitare un modo per rendere palese il proprio voto sulla richiesta d'arresto del senatore Luigi Lusi, nel caso in cui ci sia una richiesta di voto segreto. Lo spiega la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro nel corso di una breve conferenza stampa a palazzo Madama. «Mentre alla Camera - chiarisce la capogruppo dei democratici - si vota con il sistema delle impronte ed è possibile un escamotage, al Senato non è possibile perché c'è un sistema di voto vecchio. Siamo oggettivamente in difficoltà anche perché sappiamo che esiste un tentativo di approfittare del voto segreto per dire che il Pd lavora nell'ombra per salvare il senatore Lusi ed è assolutamente falso».

PARLA LUSI - «Non fatemi diventare un capro espiatorio» ha detto Lusi rivolgendosi all'aula del Senato. «Ritengo di dovermi assumere per intero le mie responsabilità morali e politiche, di fronte a quest'assemblea e al Paese. Ma per quanto riguarda le responsabilità penali, come un normale cittadino voglio potermi difendere e chiedo di accedere alle garanzie del giusto processo senza inutili e devastanti forzature che possano appagare la crescente ondata dell'antipolitica, soddisfare chi evoca i forconi, trovare un colpevole per tutte le stagioni, per quella che è una vicenda complessa» ha detto Lusi. «Tengo il dovere - ha aggiunto - di pronunciare simboliche scuse per le condizioni in cui si trova adesso la società». E poi: «Il legislatore deve tenere distinta l'autorizzazione alla misura cautelare dall'istituto ancora non previsto dell'anticipazione della pena».

NO AL CARCERE - Il carcere, ha poi aggiunto, è una «forzatura» dall'«inutile carattere vessatorio». L'ex tesoriere della Margherita è tornato ad attaccare i vertici della Margherita ribadendo che la gestione dei soldi avveniva «per comune assenso», in base ad un «patto fiduciario, oggi negato». I «milioni di euro potevo gestirli io da solo? Non solo non è credibile ma neanche materialmente realizzabile: il tesoriere autonomamente avrebbe deciso di finanziare Centro futuro sostenibile, ma è possibile?». E ancora: «Resta singolare - ha proseguito - che io venga accusato di reticenza se non parlo, o di calunnia se parlo. Qualcuno potrebbe pensare che mi si voglia chiudere la bocca».


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