Musei e biblioteche? Meglio andare a far spese. Ad affermarlo una recente indagine condotta dall'
Università di Pisa, e illustrata stamane presso la sede centrale del
Cnr a Roma. Il campione individuato dalla ricerca si compone di
483 studenti, selezionati nei licei classici e scientifici e negli istituti d'arte e professionali di due aree della
Toscana molto differenti tra loro: la
Cecina, caratterizzata da scarso patrimonio culturale, e
Pisa, dimensione universitaria ricca di monumenti e ambiti riservati all’arte. Ebbene, a svettare nella classifica dei luoghi preferiti dai giovani per la fruizione del tempo libero è lo
shopping center(21,4%), seguito dalla
discoteca(16,1%), dal
pub (14%), dal
multisala (7,4%) e dai
locali con video giochi (4,3%).
L' INDAGINE
Coordinata dal direttore del Dipartimento di Scienze Sociali dell'Ateneo pisano,
Mario Aldo Toscano, l'indagine è stata inserita, stamane a Roma, nel quadro di un incontro promosso dal
Dipartimento Patrimonio Culturale del Cnr e dall'
Istituto per le Tecnologie Applicate ai beni culturali sul tema "Il contesto storico-sociale dei beni culturali e le forme della coscienza. Verso una sociologia dei Beni Culturali".
LA CULTURA. UNA "SCELTA DI NICCHIA"
Stando ai dati forniti dalla ricerca per i giovani la cultura rimane una scelta di nicchia. Oltre la metà dei soggetti intervistati(59,3%) usa infatti spendere il proprio tempo libero in piazza con gli amici, in palestra, in discoteca o in un pub. Soltanto il
20,7% si serve della
biblioteca più volte al mese, il
30% dichiara di averlo fatto
una sola volta negli ultimi
3 mesi, il
13,8% ricorda un'
unica visita nell'arco degli
ultimi 6, il
29% appena
una nell'
ultimo anno, una piccola elite(
5,9%) infine afferma di frequentarla
più volte a settimana.
Ma se il quadro fornito dall'indagine, relativamente all'uso della biblioteca come luogo di lettura, ricerca e approfondimento culturale, può risultare trasformato dall'incidenza delle nuove tecnologie in grado di fornire tipologie di accesso al sapere straordinariamente più veloci ed economiche rispetto alla consultazione di un testo cartaceo, la situazione diventa molto più eloquente quando il focus della ricerca si sposta sul rapporto che intercorre tra
il giovane studente e l'arte. Uno scenario molto più roseo e rassicurante rispetto all'ambito delle biblioteche:
40% è infatti il valore percentuale di quanti hanno visitato i musei locali
almeno una volta,
48,4% quello di coloro che l'hanno fatto da
2 a 5 volte. Considerando i musei nazionali e internazionali il dato relativo alla mole di giovani che hanno dichiarato di averli visitati più volte sale al
74%. Scuola e percorsi di studio rimangono i principali stimoli a recarsi nei musei, mentre le visite presso quelli al di fuori della regione o internazionali vengono significativamente influenzate dall'iniziativa della
famiglia(
18%), e dall'
interesse personale(
17,7%).
IL RESET DELLA MENTE. TUTTO DA RIFARE, A PARTIRE DAL METODO DIDATTICO
Se l'arte, il bello e la cultura mostrano di interessare sempre e comunque il giovane contemporaneo, non si può dire riscontrino lo stesso favore nell'ambito della sua capacità mnemonica. In una fase dell'indagine agli intervistati sono state mostrate alcune immagini raffiguranti
opere e monumenti celebri pubblicati nei
manuali scolastici. Secondo i dati forniti dal rapporto ben l
'80% dei soggetti appartenenti al campione mostra di possedere una scarsa o nulla conoscenza delle opere d'arte visionate, il
17,6% ha risposto in modo corretto, e soltanto il
2,3% ha rivelato un'approfondita preparazione in materia, essendo riuscito ad identificare "
almeno la metà delle 15 opere proposte selezionando tra 5 opzioni".
Tra i monumenti in assoluto più riconosciuti(
66,1%) è la
Sagrada Famiglia di Gaudì, mentre soltanto il
39,9% degli intervistati individua la
Nike di Samotracia, peraltro scambiata, da una porzione analoga del campione, per un angelo. "Antonio Canova è l’autore di Amore e Psiche solo per
41,6% degli studenti, mentre il
34,2% attribuisce il gruppo marmoreo a Michelangelo. Sorprende che il
30,6% abbia correttamente attribuito una Sfera ad Arnaldo Pomodoro, nonostante l’arte contemporanea sia negletta nei curricula scolastici, mentre solo il
29% degli studenti ha riconosciuto un dipinto del conterraneo Giovanni Fattori. Passando all’iconografia, i risultati non cambiano molto. La conversione di San Paolo di Caravaggio è stata individuata da poco più di un terzo (
35,9%) degli intervistati".
La ricerca presenta un quadro per lo più negativo in relazione all'archiviazione e al successivo utilizzo del sapere artistico ricevuto nelle scuole. Secondo le conclusioni del rapporto il miglioramento della competenza culturale e artistica del giovane studente non può prescindere dall'individuazione di
"metodologie didattiche più efficaci" di quelle attuali. Che metodo di studio e modello apprenditivo siano più importanti degli stessi ambiti disciplinari, lo dimostra il fatto che
ad ottenere i migliori risultati nel riconoscimento delle opere d'arte visionate non sono stati gli studenti degli istituti d'arte o dei licei classici come verrebbe da supporre, ma
quelli iscritti allo scientifico: agevolati dal costruttivo
connubio tra storia dell'arte e disegno tecnico questi giovani liceali mostrano di apprendere l'arte in maniera più incisiva e completa rispetto ai colleghi delle altre scuole.
Giovanna Di Carlo