Asili nido privati, il Comune di L'Aquila ci lascia morire

Dall' amministrazione solo tante belle parole

27 Agosto 2009   13:07  

''Dal Comune dell'Aquila solo tante belle parole. In realta' l'amministrazione boccia le iniziative private, i tentativi di rimettere radici in citta', le proposte per sostenere il sociale, i bambini, le famiglie''. A lanciare l'accusa, i gestori degli asili nido privati del capoluogo. Sono sette le strutture di accoglienza per la prima infanzia e quasi tutte si trovano a dover affrontare difficolta' enormi per riprendere l'attivita'.

Patrizia Como e Alfredina Carosone, dall'anno scorso, sono titolari dello ''Scarabocchio'': 20 bambini da 0 a tre anni e con una lista d'attesa altrettanto lunga. Il nido di Patrizia e Alfredina, in localita' San Francesco, e' stato classificato C ''ma non ci sono grandi interventi da fare - dicono - oltre qualche tamponatura''. ''Da subito dopo il sisma pero', parlando col proprietario, sono emerse delle difficolta' per una ristrutturazione immediata - spiegano le due maestre di ''Scarabocchio' - per cui sin da maggio ci siamo attivate presso il Comune chiedendo la disponibilita' di un'area. Avremo pagato noi l'affitto e sostenuto le spese per la realizzazione di un prefabbricato.

Abbiamo presentato persino un progetto che prevedeva spazi per il nido, un laboratorio musicale, un laboratorio linguistico, un negozio di abbigliamento da 0 a 10 anni, un locale per feste di compleanno, una pasticceria, un bar.

Insomma, tutto per la mamma ed il bambino''. L'iniziativa ha ricevuto apprezzamenti, e rassicurazioni sono state fornite sulla disponibilita' di un terreno a Sant'Elia. ''Piano piano - ricordano le titolari di ''Scarabocchio' - il sindaco e l'assessore D'Innocenzo ci hanno fatto capire che avremmo potuto utilizzare l'area solo a fine anno. A meta' luglio ci e' stata comunicata l'impossibilita' di assegnare ad un privato un terreno espropriato ad un altro privato''. Esclusa l'ipotesi prefabbricato, i gestori dei nido sono stati invitati a mettere a norma gli edifici ''ma rispettando regole - affermano - molto piu' rigide rispetto agli asili comunali ed alle scuole elementari, medie e superiori.

Bisognera' mettere gli edifici in sicurezza. Ma l'unica soluzione e' quella di costruirli ex novo. Solo in questo modo saranno adeguati al livello 1 di sismicita' del territorio.

Intervenire sull'esistente, sia pur in forma decisa, potrebbe infatti non bastare''. E poi, sottolineano come ci sia ''disparita' di trattamento tra i nido privati e quelli comunali e le stesse scuole''. Le mamme continuano a sollecitare la riapertura delle strutture per l'infanzia, ma le prospettive non sono rosee. I gestori dei nido fanno appello al Comune, affinche' si trovino soluzioni adeguate.

''Si stanno mortificando - concludono - le nostre professionalita', la nostra la nostra voglia di fare, di tornare alla normalita', di riaprire qualche attivita' commerciale, di invogliare le famiglie a tornare all'Aquila, di garantire un luogo sereno per i bimbi, molti dei quali bisognosi di lasciarsi dietro le spalle la drammatica esperienza del terremoto''.


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