Asl 1, avviato maxi screening per 204.000 persone, per prevenzione anti cancro

18 Settembre 2014   13:03  

Maxi mobilitazione Asl, in chiave di prevenzione anti cancro, su cervicocarcinoma (collo utero), mammella e colon retto: in 3 anni verranno invitate a sottoporsi a screeningcomplessivamente 204.000 persone. La poderosa macchina dell’azienda sanitaria si è già messa in azione in tutto il territorio provinciale, tanto che al momento sono già migliaia gli utenti convocati negli ambulatori, tramite lettera inviata a domicilio. La Asl, già dal giugno scorso, ha acceso i ‘motori’ del complesso apparato organizzativo, coinvolgendo decine di strutture territoriali: ambulatori, distretti sanitari, consultori e punti prelievo. E’ la più ampia e capillare operazione di controllo, nell’ottica della prevenzione, compiuta negli ultimi anni in provincia su un campione selezionato di popolazione in base all’età.

La Asl ha allestito una vera e propria task force di uomini e mezzi che fa capo al Dipartimento di Prevenzione, diretto dal dr. Giuseppe Matricardi; le operazioni ‘sul campo’ vengono coordinate dalla dr.ssa Alisia Macerola, responsabile del Coordinamento Screening, all’interno dell’Unità operativa complessa aziendale di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica. Gli utenti, nella missiva spedita loro dalla Asl, vengono informati di data, luogo e ora in cui sottoporsi a controlli.

Tumore del collo dell’utero. L’attività, su questo tipo di prevenzione, è stata avviata nel giugno scorso ed è in pieno svolgimento. In 3 anni, secondo il programma messo a punto, verranno invitate a sottoporsi ad esame 84.000 donne, distribuite nelle diverse aree del comprensorio Asl 1: L’Aquila, Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro.

Da giugno a oggi gli uffici incaricati, sul totale di 84.000 donne da mettere sotto la lente d’ingrandimento, hanno già inviato 6.390 lettere di convocazione a domicilio ed effettuato 1.200 prelievi (materiale citologico, cioè cellule) da esaminare. La fascia di età, per lo screening del cervicocarcinoma, riguarda una popolazione femminile tra 25-64 anni.

Tumori alla mammella. Nell’arco di 2 anni saranno invitate a fare accertamenti 40.000 donne. Lo screening per il cancro al seno è iniziato nel luglio scorso ma le missive già inviate alle destinatarie sono 1.500, età compresatra i 50 e i 69 anni. Nel luglio scorso è stato attivato, all’ospedale di Avezzano, un primo punto-screening, grazie all’installazione di un nuovo mammografo digitale nel reparto di Radiologia; un’altra postazione strumentale, per eseguire i controlli, sarà attivata all’Aquila, a fine settembre, all’ospedale S. Salvatore, presso l’Unità Operativa di diagnostica senologica. Il ‘puzzle’, che comporrà l’apparato complessivo di tutte le strumentazioni da utilizzare per lo screening del tumore alla mammella, verrà completato nei prossimi mesi.

Già avviate le procedure per l’acquisto di altri 2 mammografi digitali da destinare agli ospedali di Sulmona e Castel di Sangro. “Se dagli esami compiuti”, dichiara la dr.ssa Macerola, “emergono anomalie in seguito a test positivi, le donne vengono riconvocate e sottoposte ad approfondimenti, i cosiddetti esami di secondo livello.

Ci auguriamo ovviamente che tutte rispondano al nostro invito a fare i controlli; come obiettivo minimo, in ogni caso, contiamo di effettuare i controlli almeno sulla metà della popolazione-target per ognuno dei tre screening. E’ importante ribadire che la diagnosi precoce è fondamentale e che è quindi quanto mai necessario prestare la dovuta attenzione alla prevenzione”

Tumori colonrettali. I controlli, in questo caso, riguarderanno uomini e donne, in tutto 80.000 persone (età 50-69 anni), nell’arco di 2 anni. Questa azione di prevenzione è attualmente in via di perfezionamento ma muoverà i primi passi già entro il corrente mese di settembre, con l’invio delle prime lettere a casa degli utenti.

A ciascun soggetto verrà inviata a domicilio una provetta che dovrà essere riconsegnata (ovviamente con il materiale da sottoporre a verifica) a uno dei tanti punti-prelievo presenti in provincia.

L’eventuale esito positivo dell’esame (e dunque anomalie nei riscontri) comporterà la convocazione dell’utente per un colloquio con un medico (o un altro operatore sanitario qualificato) ed eventuale prenotazione di ulteriore esame (colonscopia), sempre previo consenso.

(Publiredazionale)


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