Assemblea Upi: no all'abolizione delle province

30 Marzo 2012   12:11  

L'Unione delle province italiane (Upi) dice no a un'Italia senza province. Proposte e strategie per difendere gli enti finiti nel mirino del governo Monti che - con il decreto "Salva Italia" - ne ha stabilito l'abolizione sono discusse oggi a Cagliari nell'Assemblea straordinaria del coordinamento nazionale dei presidenti dei Consigli provinciali e dei presidenti dei Consigli provinciali delle Regioni a Statuto speciale.

L'obiettivo e' arrivare a una proposta di riforma per le province nelle Regioni a Statuto speciale con l'elaborazione - al termine dell'assemblea - delle linee guida per le iniziative da intraprendere. Nella stessa direzione va la proposta di legge "Per una vera riforma delle istituzioni di area vasta" gia' presentata dall'Upi al Parlamento e alla commissione paritetica per le riforme costituzionali.

Il testo prevede la razionalizzazione delle province, l'eliminazione degli enti intermedi (agenzie, societa', consorzi), la ridefinizione delle funzioni delle province e il riordino delle amministrazioni periferiche dello Stato. L'Upi ritiene che il governo Monti non abbia tenuto in considerazione l'impatto che il trasferimento delle funzioni e delle risorse avra' sui bilanci dei Comuni e delle Regioni gia' vincolati dai limiti imposti dal patto di stabilita' e che in piu' si troveranno a gestire i 125mila chilometri di strade, gli oltre 5mila edifici scolastici e i 550 centri di sedi oggi parte del patrimonio delle Province.

"Siamo convinti anche noi che sia necessario cambiare qualcosa e lo si deve fare in maniera veloce ma oculata", ha spiegato il presidente del coordinamento nazionale dei presidenti di Consiglio provinciale Bruno Dapei.

"Le Province hanno un ruolo essenziale in una realta' con piu' di 8mila comuni. Una soluzione unica non puo' andare bene per tutti ed ecco perche' gia' otto Regioni hanno fatto ricorso contro l'abolizione". Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania,Molise, Friuli Venezia Giulia e Sardegna si sono rivolte alla Corte Costituzionale per scongiurare il taglio degli enti intermedi previsti dalla Costituzione. "Non ci si puo' concentrare solo sulle province.

E' necessaria una ricognizione di tutti gli enti valutandone i costi e la sovrapposizione di funzioni", ha precisato il presidente del Consiglio provinciale di Cagliari Roberto Pili. "La riduzione della cosiddetta casta non puo' limitarsi a intervenire sulle Province tra l'altro con provvedimenti incostituzionali che rispondono piu' alla retorica dilagante che ad un organico disegno istituzionale".


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