Assistenza post-sismica: l'effetto disastroso del taglio tecnico di Monti

03 Gennaio 2012   13:42  

Non sanno con chi parlare, a chi telefonare, da chi ottenere informazioni spesso di grande importanza, i tanti cittadini aquilani alle prese con le pratiche relative all'assistenza post-sismica e alla ricostruzione.

Il governo Monti infatti per ora ha tagliato pesantemente i fondi per assistenza post-sismica, e cosa ancora più sconcertante, ancora non emana l'ordinanza per sbloccare i 30 milioni che consentiranno di andare avanti almeno per due-tre mesi.

E così da ieri gli ex-dipendenti di Linea amica e Formez, non hanno lavorato, e sono in assemblea permanente. E da questa mattina non hanno preso servizio e sono formalmente disoccupati, anche le centinaia di lavoratori a tempo distaccati nei vari comuni del cratere, 88 solo a L'Aquila, in Provincia in Regione all'Adsu.

Assunti dopo il sisma per far fronte alla mole di carte e scartoffie legate alla burocrazia per la ricostruzione Ma quello che è ancora più grave è che a rischio sono a questo punto anche i pagamenti dell'assegno assegno mensile a cui hanno diritto 11.791 persone senza casa che hanno rinunciato ai costosissimi appartamenti del CASE arringandosi autonomamente, nonché il pagamento degli affitti concordati, oltre 1000, degli alberghi e della permanenza in caserme e altre strutture, dove in totale sono ospitati 552 sfollati.

Negli uffici semi-deserti dell'Sge, dove oggi mancava anche la corrente elettrica, incontriamo Roberto Petullà, coordinatore della Struttura, che sembra questa mattina ufficiale senza esercito.  


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