Associazione Lavoriamo per L'Aquila lancia un appello per il lavoro nel capoluogo

07 Novembre 2017   18:58  

L’Associazione LAVORIAMO PER L’AQUILA lancia l’ennesimo appello alle Istituzioni locali e alle organizzazioni politiche e sindacali per affrontare i problemi del lavoro che non c’è e di quello che rischia di scomparire.

L’elenco delle situazioni di crisi si allunga sempre più  e continua a mancare una iniziativa di “sistema” in grado di anticipare i problemi occupazionali, soprattutto utilizzando una parte cospicua dei Fondi per lo sviluppo del cratere sismico legandoli direttamente alla creazione di lavoro stabile, come ripetiamo ormai da anni avanzando proposte operative attivabili immediatamente.

Nel settore dei Call Center - il maggiore bacino occupazionale a L’Aquila - anche le poche iniziative avviate, tutte su spinta di LAVORIAMO PER L’AQUILA, sono dimenticate. 

Scoppia inesorabilmente il problema dei 200 esuberi di ECARE – senza alcuna programmazione delle possibili soluzioni per una criticità nota da tempo.

I continui appelli di LAVORIAMO PER L’AQUILA per chiedere l’intervento Ministro del Lavoro per chiarire la corretta applicazione della clausola sociale relativa alla commessa del Contact Center INPS agli oltre 500 addetti restano inspiegabilmente inascoltati. 

Questo nonostante da mesi chiediamo di  esigere che il Ministro del Lavoro faccia semplicemente ciò che mesi fa ha già fatto il Ministro dei Trasporti, chiarendo che nei cambi di gestione degli appalti i rapporti di lavoro degli addetti continuano senza interruzione, come previsto dalla Legge. Questo è l’unico modo per evitare anche a L’Aquila – prima che sia troppo tardi - la illegittima riduzione dei trattamenti economici e normativi che CGIL CISL e UIL del settore TELECOMUNICAZIONI considera incredibilmente scontati.

Da mesi denunciamo l’operazione di “trasferimento” ad ALMAVIVA di Napoli e a TRANSCOM di Lecce di pezzi interi dell’attività del Contact Center INPS dopo avere inspiegabilmente permesso il licenziamento di 300 operatori a Roma – che lavoravano per INPS da 7 anni - in seguito all’accordo con cui CGIL CISL UIL hanno consentito anche la sottrazione del 20 % di stipendio ai lavoratori. 

Ma i sindacati aquilani hanno rifiutato anche solo di parlarne.

Intanto a L’Aquila nei prossimi giorni, causa riduzione dei volumi di attività, saranno sospesi dal lavoro diversi lavoratori interinali addetti da molto tempo alla commessa INPS: qualcuno pensa che sia casuale?

 La battaglia per la tutela dell’occupazione nell’ambito della commessa INPS è ormai diventato lo snodo centrale per imprimere una svolta a livello locale e nazionale alla “destrutturazione” del settore dei Call Center di cui – in assenza di concrete ed immediate iniziative - si renderanno responsabili Istituzioni, politici e sindacati.

Nulla di tutto ciò è inevitabile, è ora di muoversi, nessuno altrimenti potrà considerarsi innocente.

 


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