Aterno-Pescara: collettori fognari, impianti depurazione, pozzi, serbatoi. Tutte le opere di Goio

15 Novembre 2011   12:03  

“In questi cinque anni per salvare il fiume Aterno-Pescara sono stati realizzati 165 chilometri di collettori fognari, impianti di depurazione per 115 mila abitanti equivalenti, nuovi pozzi da 700 litri al secondo, serbatoi di accumulo per 16.300 metri cubi totali, condotte acquedottistiche per 9 chilometri”.

Questi i dati più importanti illustrati nel suo intervento dall’architetto Adriano Goio, commissario delegato per il risanamento del bacino del fiume Aterno-Pescara, che oggi sta facendo il punto sull’attività svolta e gli scenari futuri in un convegno all’Aquila presso l’auditorium di palazzo Silone.

Goio ha motivato l’evento con la necessità di informare in modo più diffuso sulle opere effettuate. “Un anno e mezzo fa - ha ricordato - durante uno dei nostri incontri il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, uno dei più interessati al risanamento, si era detto molto stupito di quanto fatto. Evidentemente, ho pensato, c'è bisogno di maggiore informazione. Le opere di acquedottistica, in effetti, sono sotterranee e non facilmente visibili”.

Il commissario ha poi ricordato le prime, difficili fasi di strutturazione del lavoro e reperimento dei fondi. “Nel marzo 2006 - ha spiegato - sono stato nominato. Abbiamo raccolto tutto quello che c'era da raccogliere presso la Regione, Comuni, consorzi, mettendo assieme progetti e riorganizzando tutto in un piano d'azione esecutivo. In questa fase i 15 milioni che dovevano essere nella mia disponibilità, di fatto, non c'erano. Il senatore Giovanni Legnini (presente all’evento, ndr) ha avuto merito come componente della commissione Bilancio e relatore della Finanziaria”.

Dopo una carrellata delle opere più importanti realizzate, Goio ha anche svelato uno dei piani per il futuro che saranno sviscerati nella tavola rotonda del pomeriggio, sempre all’auditorium di palazzo Silone, “la derivazione di una parte delle acque del lago artificiale di Campotosto e la distribuzione nell'Aterno-Pescara”. Novità anche per il serbatoio di San Vittorino, a servizio del capoluogo: “È già stato collaudato e riempito, entrerà in funzione prossimamente”, la promessa.

Per concludere, il commissario ha ricordato due aspetti importanti. “Credo di poter dire con un certo orgoglio due cose. Primo, mi ero impegnato a cercare di far rimanere i lavori sul territorio e penso di esserci riuscito al 99,9 per cento, visto che solo un lavoro è sfuggito ed è andato all'estero. Secondo, nel salvataggio di Bussi sul Tirino dall’inquinamento c'è stato un lungo contenzioso con Montedison, alla fine siamo arrivati a un accordo e sono riuscito a far pagare loro la messa in sicurezza, cosa non facile. Per ora hanno pagato la prima tranche di 800 mila euro, un buon inizio”.

Grazie agli interventi di risanamento negli ultimi cinque anni e' migliorata la qualita' dell'acqua del fiume Aterno-Pescara, in particolare nel tratto dell'Aterno. E' quanto emerso dalle relazioni tecniche nel corso del convegno organizzato all'auditorium di palazzo Silone all'Aquila dal commissario per la messa in sicurezza del bacino del fiume Aterno-Pescara, Adriano Goio, per fare il punto dopo il suo primo quinquennio di mandato. Bruno Cicolani, professore di Ecologia dell'Universita' dell'Aquila, parlando dell'acqua dell'Aterno ha spiegato che "per i primi 90 chilometri la situazione e' migliorata sia come qualita' che come quantita' d'acqua, in particolare nella conca aquilana ma anche nelle zone di Montereale e Cagnano. Ambienti fortemente inquinati - ha assicurato - non esistono piu'".

"Una buona meta' dell'Aterno - ha aggiunto - ora e' in uno stato di qualita' 'buono' secondo i parametri fissati dalla Direttiva europea 2000/60. Comunque si puo' e si deve migliorare ancora, in particolare sempre nella conca aquilana, nel tratto tra il Cermone e San Demetrio. L'acqua li' e' di terza qualita', bisognera' intervenire anche approfittando dei lavori di ricostruzione: con un parco urbano fluviale la gente potrebbe usare meglio questa risorsa". Su come difendere dalle esondazioni le aree urbanizzate, ricordando quanto successo all'Aquila il primo dicembre 2010 e, soprattutto, in Liguria e Toscana di recente, ha relazionato Maurizio Leopardi, professore di Costruzioni idrauliche e idrologia dell'Ateneo del capoluogo. "Non ci si puo' inventare nient'altro - ha sostenuto - l'unico intervento di difesa possibile e' quello delle casse di espansione. L'inondazione e' un fenomeno raro ma, quando avviene, catastrofico. Bisogna che qualcuno si sacrifichi per tutti, mi riferisco ai proprietari dei terreni che saranno espropriati per creare le vasche dove affluisca l'acqua in caso di piena".

"Anche perche' - ha aggiunto - nei terreni si puo' comunque continuare a coltivare e perfino creare campi da gioco, basta non tirare su strutture fisse che poi sarebbero investite dalla piena". Leandro D'Alessandro, professore di Geomorfologia applicata all'Universita' di Chieti Pescara, ha sviscerato gli aspetti geologici dell'area oggetto degli interventi di risanamento. "Quello piu' importante - ha affermato - e' l'unitarieta' dell'intero percorso idrografico di questo fiume, un unicum inscindibile. Un'unitarieta' confermata sia dagli afflussi delle precipitazioni, sia dalla convergenza di flussi idrici sotterranei che danno luogo a numerose sorgenti".

A parlare dell'approccio integrato al risanamento e' stato Sergio Fattorelli, docente di Riassetto idrogeologico del territorio all'Universita' di Padova. "Non c'e' solo un singolo aspetto - ha ammonito - la difesa del territorio piuttosto che l'uso della risorsa irrigua, acquedottistica o fognaria. Gli interventi vanno invece inquadrati in un contesto complessivo, tante sono le sfaccettature e le potenzialita'". Nel pomeriggio, la tavola rotonda sulle proposte operative per la risoluzione delle problematiche idraulico-ambientali nel bacino, moderata da Pierluigi Caputi. Tra gli intervenuti, l'architetto Antonio Sorgi, l'ingegner Massimo Coccato e lo studio HR Wallingford.

F.T.
Immagini e montaggio Marialaura Carducci


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