Google eliminerà dai risultati delle sue ricerche tutti i contenuti pornografici finiti sul web per vendetta. Si chiama 'porno revenge', ed è uno dei tanti fenomeni negativi di internet che sta andando di moda: un ex per vendicarsi mette on line su ben precisi siti web, o addirittura ne crea uno ad hoc, i momenti di intimità con il partner. Una pratica che era stata condannata già diversi mesi fa da Twitter e che ora verrà messa al bando dal più grande motore di ricerca. In una comunicazione ufficiale, Google ricorda che la sua filosofia è quella "di dare risultati nelle sue ricerche coprendo l'intera rete", ma che al contempo la 'porno revenge' viene considerata una violazione della sfera privata che "degrada la vittima, creando danni alle persone coinvolte, che nella maggior parte dei casi sono donne".
All'inizio di aprile Kevin Bollaert, 28enne statunitense, è stato condannato a 18 anni di carcere per la sua attività di 'porno revenge'. L'uomo aveva messo in piedi due siti web, uno con migliaia di immagini e filmati hard postati per vendetta, comprensivi di nomi e cognomi e altre informazioni private, e un altro portale dal quale estorceva soldi alle vittime per rimuovere i contenuti presenti nel primo.