"Bella addormentata", la libertà di scegliere

La recensione del film

11 Settembre 2012   20:42  

Regia: Marco Bellocchio

Cast: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Gianmarco Tognazzi, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi

Genere: Drammatico

Voto: OOO 1/2

Tutto si svolge in sei giorni, gli ultimi di Eluana Englaro, la cui vicenda resta però sullo sfondo, e al cui caso si collegano emozionalmente le storie raccontate. Un senatore deve scegliere se votare per una legge che va contro la sua coscienza o non votarla, disubbidendo alla disciplina del partito, mentre sua figlia Maria, attivista del movimento per la vita, manifesta davanti alla clinica dove è ricoverata Eluana. Roberto, con il fratello, è schierato nell’opposto fronte laico. Un “nemico” di cui Maria si innamora. Altrove, una grande attrice cerca nella fede la guarigione della figlia, da anni in coma irreversibile, sacrificando così il rapporto con il figlio. Infine la disperata Rossa che vuole morire, ma un giovane medico di nome Pallido si oppone con tutte le forze al suo suicidio. E contro ogni aspettativa, alla fine del film, un risveglio alla vita...


Marco Bellocchio si è preso davvero un gran bel rischio quando ha deciso di fare un film su un tema delicatissimo come quello dell'eutanasia, oltretutto prendendo spunto da un fatto di cronaca che ha colpito e diviso l'opinione pubblica. Un bel rischio, dicevamo, ma il regista è stato bravo in (quasi) tutto e "Bella Addormentata" può senz'altro definirsi un film riuscito.


La tragica vicenda di Eluana Englaro rimane giustamente sullo sfondo ed è, in fin dei conti, soltanto un pretesto per raccontare una società "cinica e incazzata". Cinica come la politica, pronta a barattare un voto di coscienza con la convenienza della futura carriera in parlamento, logica a cui il senatore pidiellino Uliano Beffardi non vuole piegarsi tanto da minacciare le dimissioni. Incazzata come l'opinione pubblica, capace di dividersi su un argomento che pur non toccando concretamente ciascuno di noi, chiama tutti a mettere in piazza i propri convincimenti.


In questo scenario caotico, Marco Bellocchio fa solo da narratore esterno, guardando tutto da un punto di osservazione privilegiato come i vecchi saggi ma con la rabbia d'un tempo e gettando più un pizzico di sè nello psicoterapeuta dei parlamentari (uno straordinario Roberto Herlitzka) protagonista di un dialogo da antologia col tormentato senatore interpretato da Toni Servillo.


Qualche difetto, però, "Bella addormentata" lo ha eccome. Se gli episodi con Servillo e il figlio del regista, Piergiorgio Bellocchio, risultano ben sviluppati e funzionali al sottotesto del film, lo stesso non si può dire per quelli con protagonisti la coppia Rohrwacher/Riondino e Isabelle Huppert. Qui, infatti, i personaggi rimangono piuttosto vaghi e mai approfonditi a dovere tanto da essere completamente sfilacciati dal resto del corpo del film. In entrambi i casi, nel finale, si cerca di rimediare ma è ormai troppo tardi.


Rimane, comunque, intatta la convinzione che "Bella addormentata" sia un film necessario per la coscienza comune, un utile spunto di riflessione su un tema svilito da stupide divisioni più politiche che etiche. Chi dà il titolo al film, a guardar bene, non è la povera Eluana ma la società italiana che, negli ultimi anni, più che vivere si accontenta di essere tenuta in vita.

Francesco G. Balzano

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