Nella lista stilata dal ministero in primavera, il presidente Inps Antonio Mastrapasqua percepisce, per gestire le pensioni degli italiani, circa solo 216 mila euro l'anno. Mastrapasqua però riceve in qualità di vicepresidente di Equitalia e per altri 22 incarichi e poltrone su cui siede, un reddito complessivo e reale in un milione e duecentomila euro circa. Premesso ciò ecco cosa emerge dal Biliancio sociale dell'Inp appena presentato.
Oltre metà dei pensionati ha una pensione sotto i 1000 euro al mese
Lo si legge nel bilancio sociale Inps dove si ricorda che sono 7,2 milioni di persone. Il 17% dei pensionati può contare su un reddito sotto 500 euro, il 35% tra 500 e 1000 euro. Il 24% ha assegni tra 1000 e 1500 euro, il 2,9% oltre i 3000. Le pensioni sotto 1000 euro sono il 77%.
L'Inps segnala che il reddito pensionistico medio lordo mensile nel 2011 erogato dall'Inps e dagli enti previdenziali era di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). C'e grande differenza a livello territoriale (1.238 al Nord, 1.193 medi al Centro, 920 l Sud).
Se invece del reddito complessivo si guarda alla singola pensione (ma oltre un quarto dei pensionati ne ha più di una) l'importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro). Tra quelle previdenziali ci sono differenze significative nelle medie tra quelle di anzianità (1.514 euro medi), quelle legate al prepensionamento (1.469 euro medi) e quelle di vecchiaia (649 euro medi).
Crollano i dipendenti under 30. In Italia lavorano soprattutto i vecchi
Tra il 2009 e il 2011 dipendenti privati in Italia sono diminuiti dello 0,6% (da 12,5 milioni a 12,42 milioni) ma la riduzione è stata consistente soprattutto per gli under 30 con una perdita dell'11,3% e 280.000 occupati in meno in questa fascia di età (da 2.468.000 a 2.188.000).
Per i giovani fino a 19 anni in questi due anni il calo è stato del 45,5% (da 110.713 a 60.292).
Le donne italiane tornano a fare le colf
Dopo anni nei quali i lavori domestici erano stati sempre più appannaggio degli immigrati la crisi economica ha riportato nelle case domestiche del nostro Paese.
Secondo quanto emerge da dati Inps, infatti, nel 2008 le domestiche e badanti di nazionalità italiana erano 119.936, cresciute negli anni della crisi fino a 134.037 nel 2009, 137.806 nel 2010 e 143.207 nel 2011 (23.000 in più in tre anni, circa il 20%).
La percentuale dei domestici italiani sul totale era del 22,6% nel 2008 (su un totale di 530.701), scesa al 18,6% nel 2009 (ma a causa dell'aumento significativo dei lavoratori immigrati contrattualizzati grazie alla sanatoria che si è avuta in quell'anno).
Nel 2009 i lavoratori domestici erano nel complesso 718.996 (con un aumento di oltre 188.000 unità rispetto all'anno precedente). La percentuale dei lavoratori italiani nel settore è cresciuta nel 2010 arrivando al 19,1% (137.806 su 721.316) e ancora di più nel 2011 arrivando al 20,5% (143.207 su 698.957).
Il potere d'acqusto delle famiglie ancora giu
Il potere d'acquisto delle famiglie é diminuito tra il 2008 e il 2011 del 3,8%. Nel 2011 si è avuta, a fronte di un aumento del reddito lordo disponibile in termini monetari dell'1,9%, una riduzione in termini reali dello 0,9%. Rispetto al 2007 la perdita di potere d'acquisto delle famiglie nel 2011 è stato del 5,2%.