Bimbo ucciso, il racconto della madre Patrizia: "L'ho abbracciato e l'ho sentito freddo"

Probabili avvisaglie sin dal giorno prima

24 Luglio 2014   10:18  

Uno choc dal quale non sarà facile riprendersi, quello che si è trovata suo malgrado costretta a sopportare Patrizia Silvestri, madre adottiva del piccolo Maxim, ucciso nel sonno dal padre nella notte tra giovedì e venerdì scorso.

Un omicidio conseguenza di un raptus di follia del padre reo confesso, Massimo Maravalle, da tempo in cura psichiatrica, una tragedia che la donna, 47enne di professione avvocato, non potrà mai dimenticare, ed anzi con ogni probabilità porterà purtroppo sempre nella propria mente.

"Nella notte tra il 16 ed il 17 luglio, mio marito aveva acconsentito che Maxim dormisse insieme a noi" - ha iniziato il proprio racconto Patrizia, mentre il marito aveva già confessato - "e poiché il bambino quando dorme nel nostro letto non riposa bene, ho cercato di avvicinarlo dal mio lato, anche perché nei giorni precedenti avevo notato comportamenti inusuali in mio marito".

"Sono rimasta in dormiveglia sin quando, in piena notte, Massimo ha preso il bambino e lo ha scosso per accertarsi che stesse bene" - ha proseguito il racconto la donna - "e nonostante dormisse ormai tranquillo, egli insisteva in maniera immotivata che non stesse bene".

Il racconto è poi andato avanti illustrando l'ultimo giorno della famiglia al completo: "Mio marito a pranzo non si sentiva bene, dicendo che avrebbe voluto riposare anziché tornare al lavoro, anche se poi si è regolarmente recato in ufficio. La sera, al mio ritorno dal lavoro, Massimo era in camera a riposare, assicurando di stare meglio. Poi, verso le 21:30, io e Maxim abbiamo riaccompagnato mia cognata per un tratto, e di seguito ci siamo fermati nel cortile di una vicina, la cui nipote festeggiava il compleanno".

Di lì a poco, il rientro a casa e l'inizio della tragedia: "Prima di andare a dormire, ho chiesto a Massimo se avesse preso la medicina che lo psichiatra gli aveva prescritto, e lui mi disse di averla presa a pranzo, al che gli ho consigliato di riprenderla. Mi sono addormentata verso le 23, ma verso l'una mi sono svegliata di soprassalto, avvertendo la presenza di una persona che camminava in camera, ed ho visto Massimo con in mano una busta, dicendomi di infilarci dentro la testa. Ho reagito di soprassalto, strappandogli di mano la busta e rimettendola sotto il lavello della cucina, non riuscendo a capire il perché di quel gesto".

La terribile scoperta dell'accaduto: "Dopodiché credo che Massimo abbia preso un cuscino dal nostro letto e lo abbia rivolto verso di me, che ero comunque ad una certa distanza. Tuttavia, allarmata dai comportamenti irrazionali di mio marito, mi sono precipitata nella stanza di Maxim: l'ho visto supino nel letto, l'ho abbracciato e l'ho sentito freddo. Ho provato poi a svegliarlo e, non vedendo reazioni, ho chiamato il 118".

"Alla mia richiesta di spiegazioni sull'accaduto, mio marito rispose dicendo frasi del tipo ' non ho fatto nulla, è molto malato', non ricordo altre frasi particolari" - ha terminato il racconto Patrizia - "poi sono scesa al piano di sotto per chiedere aiuto ad una vicina e, insieme a Massimo, abbiamo aspettato l'arrivo del 118".


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