I carabinieri sequestrano tre apparati acustici illegali utilizzati per richiamare avifauna migratoria a Torricella Peligna, Colledimacine e Lettopalena.
I carabinieri del Nucleo Forestale di Torricella Peligna hanno sequestrato tre dispositivi elettromagnetici usati illegalmente per attirare quaglie e altre specie di uccelli migratori, nel corso di un'operazione notturna mirata alla lotta contro il bracconaggio. L’intervento, avvenuto in collaborazione con altri reparti forestali, ha portato al rinvenimento e al sequestro di sofisticati strumenti per la diffusione di richiami acustici, posizionati strategicamente in diverse località montane del Chietino.
Le apparecchiature erano distribuite nei territori di Torricella Peligna, Colledimacine e Lettopalena, aree attraversate dai percorsi di numerose specie migratorie. Nonostante gli agenti abbiano sorvegliato i dispositivi per diverse ore, non è stato possibile individuare i responsabili di tali atti illeciti, poiché i bracconieri hanno probabilmente abbandonato la zona prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Tecnologia avanzata per il bracconaggio
I dispositivi sequestrati includevano altoparlanti, batterie per il loro funzionamento e timer digitali per la programmazione dell’accensione e dello spegnimento automatico. I richiami, progettati per riprodurre il verso della quaglia (coturnix coturnix), erano dotati di equalizzatori e amplificatori stereo, oltre a chiavette USB contenenti registrazioni professionali di suoni della fauna selvatica. Questa tecnologia avanzata è stata sfruttata per ingannare gli uccelli migratori, attirandoli in prossimità dei cacciatori, rendendo più facile la loro cattura illegale.
Il ricorso a strumenti digitali per il richiamo di uccelli rappresenta una grave violazione delle leggi venatorie italiane. Infatti, tali pratiche sono severamente vietate dalla normativa nazionale, che tutela in particolare le specie migratorie durante i periodi di passaggio stagionale, quando gli animali sono più vulnerabili. Il richiamo acustico elettronico altera l'ecosistema naturale e compromette l'equilibrio della fauna selvatica, mettendo a rischio specie protette.
Lotta al bracconaggio: un problema diffuso
Il fenomeno del bracconaggio, alimentato dall’uso di tecnologie sofisticate, continua a rappresentare una sfida per le autorità impegnate nella tutela della fauna. I carabinieri forestali sono frequentemente impegnati in operazioni di controllo del territorio, soprattutto durante i periodi di migrazione degli uccelli, quando le attività venatorie illegali tendono ad intensificarsi. Nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine, il bracconaggio rimane un fenomeno diffuso, spesso difficilmente contrastabile per la rapidità con cui i responsabili agiscono e si allontanano.
Le aree rurali e montane del Chietino sono spesso bersaglio di tali attività illecite, a causa della loro posizione strategica lungo le rotte migratorie di diverse specie di avifauna. Il sequestro di dispositivi acustici rappresenta un importante passo avanti nel contrasto al bracconaggio, ma le autorità richiamano l’attenzione sulla necessità di una maggiore collaborazione dei cittadini per segnalare tempestivamente attività sospette.
Operazioni in corso e possibili sanzioni
L’operazione condotta nel territorio di Torricella Peligna si inserisce in un quadro più ampio di attività di controllo ambientale volte a prevenire e reprimere il bracconaggio, un reato che non solo compromette la biodiversità, ma viola anche le normative internazionali di tutela della fauna. Il reato di bracconaggio può comportare sanzioni penali e multe elevate, con l'aggravante del coinvolgimento di specie protette o in via di estinzione.
Nonostante in questo caso non sia stato possibile identificare i colpevoli, l'indagine rimane aperta e le autorità confidano di poter risalire ai responsabili grazie alle informazioni raccolte sul campo e alle tecniche investigative avanzate. Si spera che, con il tempo, un maggiore controllo e l’intensificazione delle operazioni possano scoraggiare il ricorso a tecnologie vietate nella caccia, contribuendo a preservare le specie selvatiche che attraversano il territorio.
I dispositivi sequestrati verranno distrutti, mentre i controlli continueranno nelle prossime settimane, con l’obiettivo di garantire il rispetto delle leggi venatorie e di proteggere il delicato equilibrio degli ecosistemi locali.