Bruxelles, oggi la riunione del Consiglio europeo, l'ultimo dell'era Merkel

21 Ottobre 2021   11:00  

I leader dell'Ue si riuniscono oggi e domani a Bruxelles per discutere di Covid-19, trasformazione digitale, prezzi dell'energia, migrazione e relazioni esterne. Il Consiglio europeo a cui parteciperà il premier Mario Draghi, segnerà la fine di un'era: quella, durata 16 anni, della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha marcato tante scelte dell'Ue, dai negoziati sul Trattato di Lisbona a quelli sul primo grande pacchetto climatico dell'Unione, il 20-20-20, dalle famigerate politiche d'austerità durante la crisi del debito sovrano alla svolta del 2020, con le decisioni coraggiose sul "Next Generation EU" e sul Green Deal. 

Durante il Consiglio vi sarà una foto ricordo che sarà soprattutto la foto d'addio per Merkel e per un altro primo ministro che lascia la scena, lo svedese Stefan Lofven, il cui governo è stato sfiduciato a giugno. .A parte questo, sul tavolo le questioni che dovrebbero far emergere le diverse posizioni dei Ventisette su alcuni temi caldi, in particolare la risposta all'impennata dei prezzi dell'energia e l'impatto che possono avere sull'attuazione del Green Deal, e poi la questione della sfida polacca al primato del diritto comunitario sul diritto nazionale, che è stata introdotta in agenda dalla lettera d'invito ai leader del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, con la bizzarra e vaga formula "toccheremo anche l'argomento dei recenti sviluppi relativi allo stato di diritto" ("We will also touch upon recent developments related to the Rule of Law"). 

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in merito all'appuntamento, ha commentato: "Mentre continuiamo la nostra ripresa, dobbiamo rimanere concentrati sul tipo di futuro che vogliamo - per le nostre persone, le nostre economie e le nostre società. Per una crescita sostenibile e a lungo termine che crei nuovi e migliori posti di lavoro, dobbiamo investire nelle competenze e attuare politiche attive del mercato del lavoro. Quindi, il modo in cui recupereremo dipenderà da come gli investimenti e le riforme contribuiranno a una transizione competitiva e socialmente giusta. Vogliamo una ripresa collettiva, inclusiva e coesa. Le parti sociali hanno un ruolo cruciale in questo senso. Il loro contributo è stato - e continuerà ad essere - fondamentale per i nostri sforzi di recupero. Il nostro massiccio pacchetto di ripresa, approvato dal Consiglio europeo nel luglio 2020, porterà avanti questi sforzi".

Nella stessa direzione la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Le persone hanno bisogno delle giuste competenze per adattarsi ai mutevoli percorsi di carriera e trovare nuovi posti di lavoro in un mercato del lavoro in evoluzione. Ciò è tanto più critico se vogliamo realizzare una transizione equa, sostenibile e inclusiva verso un'economia verde e digitale. Siamo ora in un momento decisivo: grazie a NextGeneration EU, avremo riforme cruciali e investimenti senza precedenti nell'istruzione, nella formazione, nell'occupazione e nelle misure di protezione sociale. Ora più che mai, le parti sociali hanno un ruolo centrale da svolgere per una corretta attuazione dei piani nazionali e una ripresa che non lasci indietro nessuno".

Un altro argomento saranno i preparativi per importanti vertici imminenti come la Cop26 e la Cop15 sulla biodiversità. Guardando al vertice della Cop26, abbiamo bisogno di una risposta globale ambiziosa al cambiamento climatico. Tutte le principali economie dovrebbero fissare obiettivi ambiziosi e rispettare i propri impegni sui finanziamenti per il clima.

Prepareremo anche i prossimi vertici dell'Asem e del partenariato orientale", ha annunciato poi Michel. "Venerdì torneremo sul tema della migrazione, per dare seguito all'attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo di giugno sulla dimensione esterna della migrazione, in particolare per quanto riguarda il finanziamento. Le nostre frontiere esterne devono essere controllate efficacemente. Dovremmo anche sostenere i nostri sforzi per ridurre i movimenti secondari", si legge ancora nella lettera di Michel.   

 "Passeremo quindi alla trasformazione digitale dell'Europa, che è un motore chiave per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la competitività. Forniremo ulteriori indicazioni sull'agenda digitale, compresa la sicurezza informatica e la connettività, e daremo una spinta politica per lavorare su proposte e iniziative esistenti e future. Sono fiducioso che avremo un incontro produttivo, in uno spirito di fiducia e dialogo. Come dimostrato in passato, l'unità è la nostra risorsa più forte", ha concluso Michel.

Varsavia minaccia: "Senza fondi Pnrr blocchiamo discussione clima" Se l'Unione europea dovesse bloccare i fondi di Recovery destinati alla Polonia, Varsavia - per ritorsione - bloccherà la discussione sul maxi-pacchetto dell'Ue per il Clima. "La sequenza deve essere chiara: prima il Recovery fund, poi la discussione sul pacchetto clima", ha affermato Waldemar Buda, viceministro per i Fondi lo sviluppo regionale in un'intervista a Polsat ripresa anche da Bloomberg. Ci sono "diverse ragioni" per la Polonia per bloccare il patto sul clima dell'Ue nella sua forma attuale, ha aggiunto Buda.    La Polonia è la nazione più dipendente dal carbone nell'Ue, con oltre il 70% della sua elettricità generata dal combustibile fossile. Gia' in passata aveva respinto l'ambiziosa agenda dell'Ue per ridurre i gas serra, richiedendo più tempo e fondi rispetto ad altri Paesi per trasformare la propria industria.    La Commissione europea sta valutando di bloccare i fondi del Nexte generation Eu destinati alla Polonia, 36 miliardi di euro, come risposta alla decisione della Corte costituzionale di Varsavia di non riconoscere il primato del diritto dell'Unione sull'ordinamento nazionale. Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, l'ha definito un "inaccettabile ricatto finanziario". 


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