Bura, precari in agitazione:senza risposte pubblicazioni sospese

29 Novembre 2010   16:58  

Dai dipendenti precari del servizio Bura della Regione Abruzzo, riceviamo e pubblichiamo.

Siamo stanchi. di essere spettatori degli interessi e dello sfruttamento politico ed amministrativo che ruota intorno all’ufficio BURA - da anni terra di conquista per Dirigenze Responsabilità d’ufficio prossime alla pensione, meta ambita di quanti aspirano al saltino di categoria; stanchi di un sistema conclamato di ingiustizie che da anni ci vede ai margini, se non totalmente esclusi, dalla possibilità di una giusta e legittima soluzione del nostro annoso e sofferto precariato. Ora basta! Siamo stanchi di essere lasciati in balia di una scadenza ormai prossima (a differenza di molti “recenti colleghi” che si vedranno tranquillamente prorogare i loro contratti di collaborazione) e di subire l’umiliazione di sentirci dire che l’unica soluzione è un terzo e fantomatico concorso nuovamente da precario.

E questo fa ancora più rabbia sapendo che alla necessità di un ufficio sprovvisto di personale a tempo indeterminato (e che finora è stato portato avanti interamente da 11 precari) l’Amministrazione risponde con l’affidamento della gestione e della redazione del Bura ad una società esterna, comportando così un ulteriore aggravio sui conti del bilancio regionale di gran lunga superiore alla somma dei nostri compensi. Basti pensare che attualmente i costi del bollettino, tramite un processo di razionalizzazione intrapreso autonomamente ed esclusivamente dal personale precario denominato “Bollettino Telematico”, andrebbero da un Passivo di 50.000 euro annui ad un Attivo di 73.000 euro annui.

Noi non siamo portaborse; non siamo personale di nomina politica. Non rientriamo nelle forze lavoro tutelate dal Decreto Abruzzo 2009 ma rappresentiamo il lavoro quotidiano di un ufficio che costituisce lo strumento legale della Regione Abruzzo.

Entrati a tempo determinato con la Giunta Pace nel 2002, dopo il superamento di un concorso pubblico per titoli ed esami , benché il progetto dell’informatizzazione del BURA non fosse terminato ma le scadenze politiche imponevano nuovi ed appetibili posti di lavoro, si videro costretti a partecipare ad un altro concorso pubblico per titoli ed esami per ricoprire lo stesso posto con le stesse mansioni solo che con un contratto di collaborazione. Il tutto, mentre altri precari a T.D. vedevano i loro contratti prorogati ad oltranza

Da qui il loro calvario lavorativo: 8 mesi di disoccupazione, nessun riconoscimento dei due anni di lavoro e un nuovo concorso per un contratto di collaborazione; contratto che gli ha precluso l’inserimento nella graduatoria dei beneficiari della stabilizzazione (che ha riguardato 73 persone alcune delle quali senza i requisiti della finanziaria nazionale che prevedeva i 3 anni alla data del 29 settembre 2007 e reclutati attraverso graduatorie a scorrimento), avvenuta a giugno 2009 all’insaputa dello stesso presidente Chiodi che in quel momento era impegnato ad accogliere i premier per il G8 mentre noi sgombravamo le nostre case inagibili con l’ausilio dei vigile del fuoco.

A tal proposito i precari del BURA si riservano (e intendono) di agire nelle sedi opportune tramite esposto alla Procura della Repubblica per far chiarezza su questa vicenda, qualora l’attuale Amministrazione non tenesse in debita considerazione i loro diritti. Diritti più volte calpestati basti pensare alla sfrontatezza avuta nell’aprile 2009 quando aveva ben pensato di decurtare loro lo stipendio del mese per mancata prestazione lavorativa mentre il 14 aprile usciva in condizione disagiate il primo bollettino post-sisma necessario al recepimento dei Decreti di Urgenza relativi al sisma.

Il nostro lavoro non è, e non è mai stato, un lavoro assimilabile ad un Progetto; la nostra presenza, dedizione e professionalità è stata impiegata quotidianamente come se avessimo un contratto a tempo indeterminato, quindi si conclude in 6 parole: doveri da impiegato, diritti da precario.

Ormai la dignità ci è stata sottratta con un decennio di prevaricazioni e di umiliazioni, ma l’orgoglio non ci permette di tacere oltre.

11 precari attendono una soluzione concreta a salvaguardia del loro lavoro altrimenti, il BURA e le sue pubblicazioni cartacee e on-line sono da ritenersi sospese nel mese di dicembre.

Ciò detto ci scusiamo con gli utenti soltanto per gli inevitabili disagi certi della loro comprensione e solidarietà dimostrataci in questi anni di lavoro.


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