CI TOLGONO UN MILIARDO DI EURO! | il giornalista onesto | abruzzo24ore

15 Aprile 2024   13:32  

Il Senato ha approvato martedì 23 gennaio con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astenuti, il disegno di legge per l'attuazione dell'autonomia differenziata. Il testo passerà ora alla Camera per la seconda lettura. A favore hanno votato i gruppi di maggioranza, il gruppo per le Autonomie e la senatrice Mariastella Gelmini, mentre i colleghi del gruppo di Azione si sono astenuti. Contrari sono stati i senatori di Alleanza Verdi Sinistra, Italia viva, Movimento 5 stelle e Partito democratico. Ecco un riassunto di cosa cambierà quando il disegno di legge diventerà legge.

Ridistribuzione dei Poteri: Cosa Cambierà

Dal campo dei rapporti internazionali alla protezione civile, dall'energia alla tutela della salute, dalla ricerca scientifica all'ambiente e così via, ben 20 materie di legislazione concorrente potrebbero passare integralmente alle Regioni in base al progetto di legge sull'autonomia differenziata. Anche altre tre materie attualmente di competenza centrale - l'organizzazione della giustizia di pace, le norme generali sull'istruzione, la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali - potrebbero essere decentrate. Questa redistribuzione dei poteri avverrebbe grazie a una diversa allocazione delle risorse pubbliche, da Roma verso i territori che ne faranno richiesta.

Autonomia e Fisco: Le Novità

Il processo non è automatico: le Regioni potranno chiedere e concordare con il governo la devoluzione di competenze e risorse. L'autonomia differenziata prevede infatti la possibilità per le Regioni di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per finanziare i servizi e le funzioni richieste. Questa forma di regionalismo spinto e asimmetrico divide il mondo politico e amministrativo, con differenti posizioni su vari livelli.

Come si Richiede l'Autonomia

Il disegno di legge definisce i principi generali per l'attribuzione di ulteriori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario e le relative modalità procedurali di approvazione delle intese tra Stato e singole regioni interessate. Finora, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno rivendicato un maggiore protagonismo amministrativo. Tuttavia, ottenere l'autonomia non sarà semplice: il processo richiederà vari passaggi, dalla Conferenza unificata alle commissioni parlamentari, fino all'approvazione del Consiglio regionale e del Consiglio dei ministri.

Nodo dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP)

Un punto cruciale del disegno di legge stabilisce che l'attribuzione di ulteriore autonomia è consentita solo subordinatamente alla determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) previsti dalla Costituzione, che devono essere garantiti uniformemente in tutto il territorio nazionale. È stata prevista una Cabina di regia guidata dall'ex presidente della Consulta Sabino Cassese per definire i LEP.

Più Responsabilità o Fine della Solidarietà?

I sostenitori dell'autonomia differenziata credono che questo possa spingere verso un miglioramento dell'efficienza. Tuttavia, i contrari temono che l'accentuazione delle disparità sociali e territoriali sia inevitabile se la devoluzione avviene prima della convergenza dei livelli di servizio.

 

AUTONOMIA, Pezzopane, La destra aquilana dica no al decreto “spaccaItalia” .
Illustrato odg in consiglio comunale

“L’autonomia differenziata da il colpo di grazia al sistema sanitario pubblico. Non mi stupisce l’assenza del Sindaco, del Presidente Marsilio e dei rappresentanti in parlamento del centrodestra. Non hanno nulla da dire, stanno favorendo la follia di spaccare il paese col ddl Calderoli e preferiscono evitare il confronto. - così l’on Stefania Pezzopane ha aperto il suo intervento ed illustrato come prima firmataria l’odg presentato in consiglio comunale dalle opposizioni unite - Il Ddl concede alle Regioni che danno allo Stato più di quanto ricevono (tutte al nord), la possibilità di trattenere più gettito fiscale. Cosi si spacca l’Italia.
E’ ora alla Camera il Ddl sull’autonomia differenziata detto “Calderoli” che concede maggiori poteri alle Regioni su 23 materie, tra cui la sanità. Di fatto, una legittimazione della esistenza di più sistemi sanitari, a diversa efficacia e sicurezza, a scapito del carattere nazionale voluto dalla L.833/78.
Cosa accadrà in Abruzzo che ha già un sistema sanitario debole con una mobilità passiva in aumento?
Chiediamo alla destra locale di far prevalere le ragioni del territorio e non quelle dell’appartenenza politica. E di fermare questa pazzia. Noi siamo una regione del Sud, sposare i desideri della Lega del nord è’ pura follia.
Saranno enormi i danni per l’Abruzzo e questo silenzio è davvero assordante. In questo paese ancora non abbiamo né definito né’ finanziato I LEP vale a dire la soglia costituzionalmente necessaria per rendere effettivi i diritti civili e sociali, che devono essere determinati e finanziati con risorse che lo Stato deve assicurare a ciascuna Regione. Ma, come farà un sistema indebitato e sottofinanziato, che esplicitamente esclude “aggravi” per la finanza pubblica, a colmare la differenza del 25% di spesa sanitaria individuale tra Nord e Sud? Regioni in partenza al di sotto della soglia minima di LEPs non potranno mai recuperare terreno.
Volete accentuare le differenze proprio quando l’Europa chiede con il PNRR di ridurre le diseguaglianze territoriali?
La nostra voce continuerà a sentirsi in attesa che altre voci si uniscano per evitare il colpo di grazia al welfare state del nostro Paese. Saranno colpiti i servizi, la sanità, il trasporto pubblico locale, i sistemi energetici, il lavoro, la previdenza, l’istruzione.
Un crudele scambio di favori tra Lega che chiede l’autonomia differenziata per presidiare il Nord e FdI che vuole il Premierato. Un paese con un uomo/donna sola al comando e con un paese spaccato.
Ribadiamo quindi con questo ordine del giorno le nostre richieste al sindaco ed alla Giunta ovvero di chiedere al governo il ritiro del Disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata che produrrebbe in Abruzzo ed in particolare a L’Aquila ed in tutte le aree interne un disastro sociale; chiediamo di difendere l’autonomia locale e a promuovere e ad aderire ad ogni iniziativa utile a contrastare una riforma sbagliata e pericolosa e per far avanzare proposte alternative, coerenti con i principii costituzionali e con la garanzia di unità nazionale, a partire dal dibattito parlamentare e con nuovi pronunciamenti delle assemblee elettive locali. Chiediamo inoltre di sollecitare la definizione dei LEP e degli altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali diseguaglianze, come già previsti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, a partire dai criteri per il riparto del fondo sanitario nazionale. “
Cosi l’on Stefania Pezzopane consigliera comunale ha illustrato come prima firmataria l’odg sulla “Autonomia differenziata che spacca il paese”. La discussione è ancora in corso.


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