Caccia al Video dello Stupro: La Sconcertante Deriva Online dopo il Caso a Palermo

Avvertimento del Garante della Privacy su Gravi Conseguenze Penali

23 Agosto 2023   16:01  

La scioccante cronaca dello stupro di gruppo avvenuto a Palermo continua a sollevare polemiche sui social media, con conseguenze che in alcuni casi si rivelano estremamente pericolose. Le foto dei profili Facebook dei giovani coinvolti nell'inchiesta sono state condivise e ripostate numerose volte, accumulando migliaia di visualizzazioni. Tra commenti infarciti d'odio su diverse piattaforme - da Facebook a Twitter, da Instagram a TikTok - emergono anche curiosità morbose. Su Telegram, nell'arco di poche ore, sono emersi tre gruppi: due pubblici e uno privato, che inizialmente contavano tra 12mila e 14mila membri, con l'unico obiettivo di rintracciare il video dello stupro di gruppo che ha coinvolto una ragazza di 19 anni.

L'interesse morboso per il video dello stupro di Palermo si è manifestato in messaggi come: "Chi possiede il video di Palermo? Scambio informazioni", oppure: "Qualcuno ha il video dello stupro di Palermo dei sette ragazzi?", e ancora: "Qualcuno ha il video di ciò che è accaduto al Foro Italico di Palermo?". Su Telegram, numerose persone, troppe, chiedono di avere accesso a questo video che risiede nei cellulari dei giovani coinvolti nel brutale atto. Non si sa se qualcuno sia riuscito ad ottenere il filmato prima dell'arresto dei sette ragazzi coinvolti nell'atto, tre dei quali sono stati arrestati all'inizio di agosto, mentre gli altri quattro venerdì scorso.

Questo è solo uno dei lati oscuri emersi dalla vicenda, infatti, profili falsi e notizie distorte si sono moltiplicati online. Su TikTok e Instagram sono apparsi profili falsi dei ragazzi arrestati, tra cui uno del minore che è stato rilasciato con l'affidamento a una comunità. Questi profili celebrano la libertà ritrovata con frasi come "Il carcere è solo un passaggio, si torna più forti che mai", oppure "C'è qualche ragazza che vuole uscire con me", "Ricevo molti messaggi privati da ragazze". Questa reazione diffusa viola ogni regola e scende in basso, soprattutto in un caso delicato come questo, che dovrebbe essere affrontato con maggior sensibilità. Alcuni messaggi di solidarietà inviati alla vittima, per esempio, hanno avuto l'effetto opposto, identificandola ulteriormente.

Il Garante della privacy ha alzato il livello di allarme in relazione a queste azioni, avvertendo delle conseguenze, anche penali, legate alla diffusione e condivisione dei dati personali della vittima dello stupro di Palermo e del video associato. In risposta alla diffusione delle chat in cui si cercavano le immagini, l'Autorità ha emesso due provvedimenti d'urgenza, mettendo in guardia Telegram e tutti gli utenti della piattaforma, al fine di garantire la necessaria riservatezza della vittima, evitando di arrecarle ulteriori danni attraverso la diffusione di dati idonei a identificarla, anche in modo indiretto. Il Garante ha sottolineato che diffondere e condividere il video costituisce una violazione della normativa sulla privacy, con potenziali conseguenze sanzionatorie, e ha evidenziato le implicazioni penali legate alla diffusione dei dati personali di vittime di reati sessuali (art. 734 bis del codice penale).

Molti artisti, tra cui Ermal Meta, Frankie Hi Ntg, Nina Zilli e Fiorella Mannoia, si sono espressi sulla vicenda tramite i social media, condannando l'atto e incoraggiando i colleghi a prendere posizione pubblicamente. Anche esperti del settore si stanno interrogando sull'evento. La criminologa Roberta Bruzzone ha definito l'ordinanza di custodia cautelare "un film dell'orrore". Il sociologo Francesco Pira, docente presso l'Università di Messina, ha commentato: "I social media sono diventati un luogo senza regole in cui l'intimità si trasforma in spettacolo e può essere esportata. Forse il buon senso è diventato un lusso, poiché tutti vogliono andare oltre e la verità è sempre più relativa". La professoressa Giovanna Corrao, che insegna letteratura italiana e filosofia a Palermo, ha criticato senza mezzi termini le famiglie: "Siamo un branco di falliti. I nostri figli stuprano le ragazzine! Qualcosa è andato storto nel nostro progetto educativo. Fatevi gli affari vostri e lasciate che i figli stiano davanti ai loro cellulari. Dovete tenere d'occhio i vostri figli".


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