Cachettopoli: il dorato San Remo di Bonolis e Benigni

Addà passà la prima serata...

18 Febbraio 2009   10:48  

ELENCO COMPENSI  RAI - Cachettopoli: non si placano le polemiche. Il Codacons aveva giorni fa  inviato un esposto urgente  alle Procure della Repubblica di Sanremo e di Roma e alla Corte dei Conti,  chiedendo il sequestro dei contratti stipulati dalla Rai con Paolo Bonolis e con Roberto Benigni, per il Festival di Sanremo 2009.

Sotto accusa, come oramai noto,  il compenso di Bonolis da un milione di euro. E quello di Roberto Benigni, che a quanto pare ha chiesto nientemeno che i diritti  delle partecipazioni  sulla tv di Stato da sfruttare per l'home video. Diritti valutati in 350 mila euro, ma che per alcuni potrebbero arrivare addirittura a 2 milioni di euro.

 

Alla faccia della crisi, e della Rai che rischia la bancarotta, verrebbe qualunquisticamente da esclamare.  Paolo Bonolis, giova ricordarlo,  guadagna anche svariati milioni di euro con Mediaste e per gli spot televisivi del caffè Lavazza. Soldi degli sponsor, ovvero delle aziende che nel frattempo licenziano o assumono precari con salari da fame. Soldi privati, ma di interesse pubblico anche quelli, insomma.

 

Non tutti sanno poi che il folletto Roberto Benigni, il patriarca italico dei buoni sentimenti, e della televisione di qualità, per le sue quattro letture in prima serata di Dante sulla Rai si è intascato la bellezza di 6 milioni di euro. Ci usciva una Divina commedia in regalo per tutti gli studenti italiani e stranieri.  E ci usciva pure il compenso per una lectura dantis affidata a qualche migliaio di disoccupati, da celebrarsi nei bar, negli autogrill e alle fermate degli autobus.

 

Atterrato a San Remo dal paradiso del caffè Lavazza con al fianco la sua fedele e scanzonata spalla di cui non ricordiamo il nome ( e manco lo cerchiamo su Google), Paolo Bonolis ha risposto  alle critiche  affermando : "Ci sono persone che si adoperano per il festival, altre che adoperano il festival. Sono degli infelici. Quella sui compensi è una polemica sterile".

 

E giù frizzi e lazzi, occhiolini ai sorridenti e compiacenti giornalisti, pacche sulle spalle e altri numeri ad effetto propri del miglior repertorio da  intratteneur televisivo. Bravissimo! Che sagoma! Ottimo ritmo!... D'accordo.... ma cosa avrà voluto dire il Paolone nazionale a difesa del suo cachet,  che di questi tempi è una sputazza in faccia a milioni di italiani che sopravvivono sulla red line  della miseria e del fallimento?  

 

Chi sono gli infelici? Chi sta (san)remando contro sua Maestà audience, contro l'idolo di generazioni di casalinghe? La Cia, la massoneria, i talebani, i rumeni, o peggio Pippo Baudo? Chi vuole usare San Remo per loschi fini? Una società segreta che ha come capintriti Paolo Villaggio,  Licio Gelli, Lino Banfi e Giulio Andreotti? Non si è capito, Bonolis non dice, ma lascia intendere…

 

Ineffabile come sempre anche il public-manager Fabrizio Del Noce, che è pure laureato in filosofia: "Il contratto con Bonolis - spiega - è stato firmato prima della crisi economica". Quindi il problema non si pone. Immanuel Kant si spellerebbe le mani di applausi, davanti a tale inattaccabile e cogente argomentazione.

 

Non scherza nemmeno una nota dell'azienda pubblica Rai: "Non esiste un tetto per i compensi artistici – fanno sapere da Viale Mazzini  - e si deve ricordare che i limiti alle retribuzioni non riguardano, come prevede la legge, i compensi artistici, che sono ovviamente legati alle regole del mercato"

 

E' vero: l'ex-ministro per le riforme Luigi Nicolais  ha eliminato il tetto da 272 mila euro ai compensi per le star della Rai. Introdotto in seguito alle polemiche innescate dai compensi da un milione di euro che si sono mesi in tasca Giorgio Panariello, Pippo Baudo e Michelle Huntzinker, sempre per presentare la manifestazione canterina di San Remo.

 

Il problema, verrebbe da rispondere alla Rai, è che al di là delle logiche di mercato esistono quelle della buona amministrazione e della decenza, in quanto la Rai sta usando i soldi dei contribuenti, e ha appena aumentato il canone, in tempi in cui parte dell’audience, che deve pur  mangiare qualcosa davanti alla televisione, non ha i soldi per fare la spesa. A detta di tanti esperti e persino di un uomo Mediaset come Maurizio Gasparri, la Rai fa un pessimo affare cedendo i diritti  televisivi a Benigni per un monologo di un'oretta. Il gioco non vale la candela. E perchè dunque i contribuenti dovrebbero versare soldi a una tv pubblica che agisce contro i propri interessi?

 

Laura Rio sul Giornale, osserva opportunamente  che "dall’altra parte dell’oceano Obama ha fissato il tetto massimo dei salari dei grandi dirigenti a 500mila euro". Qui i n Italia i privilegi della vipperia televisiva sono invece inattaccabili, e al loro confronto un tanto denigrato presidente di una comunità montana, che guadagna dai 2mila ai 3mila euro al mese, è un pezzente. 

 

Ecco a tal proposito un parziale elenco di compensi d’oro:

Roberto Benigni: 6 milioni di euro

Fabio Fazio: 2 milioni di euro

Simona Ventura: 1,8 milioni

Antonella Clerici: 1,5 milioni

Milly Carlucci: 1,2 milioni

Paolo Bonolis: 1 milione

Bruno Vespa: 1,187 milioni

Michele Cucuzza: 700 milioni

Michele Santoro: 684 milioni

Daria Bignardi: 600 milioni

Lamberto Sposini: 600 milioni

Massimo Giletti: 400 milioni

Caterina Balivo: 100 milioni

Veronica Maya: 100 milioni

  

E a proposito di leggi di mercato,  il Codacons opportunamente propone: "Speriamo vivamente che il Festival di Sanremo faccia il pieno di ascolti -  afferma oggi il presidente Renzi - ma se così non dovesse essere, saremo costretti ad avviare doverose azioni legali a tutela dei cittadini che pagano il canone.  A fronte di tali uscite e del massiccio dispiegamento di risorse, devono corrispondere ascolti elevati. Se però i dati relativi all'audience del Festival dovessero risultare deludenti e al di sotto delle aspettative   sarà nostro compito avviare azioni legali contro la dirigenza Rai e gli organizzatori del Festival per i danni arrecati all'azienda e, di riflesso, agli utenti che la finanziano attraverso il pagamento del canone'.

 

Chi scrive, San Remo non lo guarderà. E molto più interessante trascorrere una serata leggendo un libro, ascoltando buona musica alla radio, o navigando su Internet. E si risparmierà  dunque una vagonata di rime baciate, tipo "cuore-amore",  dolore-cuore", "amore-dolore",  incastonate in ritriti e consunti giri di DO. Ma soprattutto si perderà il polpettone mieloso e grondante di buoni sentimenti che, c'è stare certi, Roberto Benigni propinerà agli italiani tra trionfali applausi e commosse lacrimucce. E come contorno, immagino,  sarà servita l’immancabile lectura Dantis.

 

Benigni questa sera preferisco immaginarmelo, così per gioco, aggirarsi afflitto nel Malebolge, " tutto di pietra di color ferrigno, come la cerchia che dintorno il volge". Ovvero nel cerchio dell'Inferno dantesco dove gli ipocriti e i ruffiani scontano la pena eterna.

 

Filippo Tronca


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