Calcioscommesse, il tabaccaio che al telefono parla del Pescara

L'inchiesta sul Calcioscomesse che deflagra in queste ore in tutta Italia, allunga ombre su Pescara e il suo mondo occulto e fraudolento di faccendieri, scommettitori e corruttori.

Nelle intercettazioni pubblicate dal quotidiano Il Centro sono molti io paesaggi che vengono considerate estremamente interessanti dagli investigatori.

Protagonista è Massimo Erodiani, il titolare di due agenzie di scommesse, una ad Ancona e una a San Giovanni Teatino, arrestato con l'accusa di far parte del sodalizio criminale che truccava le partite per adeguare i risultati alle scommesse.

Insieme a lui in Abruzzo sono stati arrestati il portiere del Cus Chieti, Gianluca Tuccella e l' ex-calciatore pescarese Gianfranco Parlato.

Primo passaggio significativo delle intercettazioni

''Io mi sono mosso. La società del Pescara è irraggiungibile: dicono persone che sono vicine che queste cose non le fanno''

Erodiani aggiungere però subito dopo:

''Non so fino a quanto è vero perché m'hanno detto che mo' Sebastiano che è il d.g. è attaccato a Lxxxxx e sappiamo che Lxxxxx quello che fa''

E ancora Erodiani:

''Mi dice.. ma tu puoi fare qualcosa quaggiù da te? Gli ho detto perché? Perché loro sono disposti a venire a perdere: chi viene qui a Pescara è disposto a venire a perdere. Quanto vuoi? Gli ho detto: Gianfra', loro chiedono cento''

''Allora gli rifaccio la controfferta a Gianfranco. Gli faccio: Gianfranco senti se la prtita te la faccio io mi dai l'uno uno parziale finale perché se sono tutte undici e ti do sessanta. Questa è la mia controfferta. Ci stanno? Ha detto: Massimo adesso chiamo, riferisco. Però, gli ho detto, Gianfra' deve essere l'uno uno, non deve essere l'uno normale: io voglio l'uno uno in modo che digli che la società... digli che viene dalla società... dice che la società caccia quaranta, quindi, di' a loro che la società caccia quaranta e gli altri venti li facciamo uscire noi. L'uno uno sta a tre, tre e cinquanta''