Caldo. Allarme al Nord e al Centro del Paese. Po al minimo storico

25 Luglio 2006   22:07  
Dopo Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Francia e Germania, l´ondata di caldo proveniente dall´Africa investe anche l´Italia. Dove l´allarme è meno alto che nel resto dell´Europa occidentale, ma dove in almeno cinque grandi città - Genova, Milano, Torino, Bologna e Roma - secondo il sistema di previsione e prevenzione delle ondate di calore curato dalla Protezione civile, si annuncia un fine settimana di afa e temperature record. Il livello di allarme 3 ("elevato rischio per la salute della popolazione") è previsto sia per domani che per dopodomani a Genova, dove la temperatura massima percepita, unita ad un elevata umidità, dovrebbe arrivare a sfiorare i 37 gradi sabato. Sempre domani e dopodomani, a Milano, Bologna e Roma il rischio preventivato è di livello 2: anche in queste città il giorno più caldo sarà sabato, con una temperatura massima percepita di 37,6 gradi a Milano, 36,3 a Bologna e addirittura 37,9 a Roma. Caldo in forte aumento domani e dopodomani anche a Torino e in gran parte del Piemonte con allarme destinato a toccare il "livello uno" per sabato. Danni al settore agricolo Caldo e siccità, secondo la Coldiretti, mettono in serio pericolo il settore agricolo, provocando danni per centinaia di milioni di euro. La situazione sarebbe particolarmente grave nelle regioni del nord ovest e in Friuli, mentre le analisi sulle piogge e sui bilanci idrici effettuate dalla Commissione Europea evidenziano un allarmante calo delle rese produttive per le coltivazioni nazionali: -9,2% per il grano, -7,5% per il mais e -4,5% per l´orzo, rispetto allo scorso anno. Po al minimo storico a -7 Il Po ha raggiunto il minimo storico: -7,29 sullo zero idrometrico. A lanciare l´allarme è Massimo Gargano, presidente dell´Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni (Anbi). Il picco negativo si è registrato a Pontelagoscuro, nel ferrarese, dove il Po ha superato il "già poco invidiabile record precedente di -7,20". "La situazione è molto grave - commenta Gargano -: il Po è il grande malato, ma a rischio sono tutti i fiumi del Nord Italia". "L´acqua del fiume - affermano i tecnici dei Consorzi di bonifica - è praticamente ferma; in queste condizioni, nel Delta la risalita del cuneo salino supererà i venti chilometri". Nel Polesine, buona parte dei raccolti è ormai perduta, anche perché, sottolineano, "qui gli annunciati incrementi di rilasci dai bacini montani non sono mai arrivati".

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