Calo dei reati nel Paese. Pescara città dei furti e del coraggio

In Abruzzo si denuncia di più

03 Dicembre 2008   13:05  

APPROFONDIMENTO. Se il patto di sicurezza è –come ha detto Giuliano Amato lo scorso anno in veste di Ministro dell’Interno- “espressione della solidarietà interistituzionale” nell'affrontare meglio i disagi connessi al crimine, l’aumento delle denunce è certamente il risvolto di una maggiore fiducia e collaborazione tra società civile e forze dell’ordine, un aspetto messo in evidenza soprattutto dall’Abruzzo, dove solerzia del cittadino e diligenza delle autorità hanno portato, nella prima parte dell’anno, ad un sensibile incremento di arresti, e alla vistosa riduzione di scippi e furti in abitazione. Ancora troppo presenti invece i furti d’auto e le rapine, tali da collocare Pescara al 10° posto nella classifica nazionale delle città più “calde” per numero di atti delittuosi commessi.



I DATI NAZIONALI DEL MINISTERO DEGLI INTERNI

Meno delitti. In relazione alle varie forme di delitto commesse in Italia nel primo semestre 2008, risulta esservi stato un calo del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dal milione e mezzo di delitti registrati dalle forze dell’ordine nel periodo gennaio-giugno 2007, si è infatti passati al milione e 342 mila di quest’anno.

Cresce l’attività di contrasto. L’esaurirsi dell’effetto indulto, i nuovi patti per la sicurezza, ed alcune misure ad essa connesse intraprese già dal Governo Prodi, spiegano solo in parte la diminuzione costante dei delitti messi a segno nel Paese. A giocare un ruolo affatto marginale sembra sia stata una maggiore attività di contrasto. Lo prova l’aumento delle denunce, incrementate del 3,8% e giunte a quota 364 mila, e degli arresti: oltre 82 mila soggetti arrestati per un incremento percentuale dell’11%. Una tendenza registrata anche nel mondo minorile dove i denunciati raggiungono le 12.860 unità (+9,4%) e gli arrestati tremila (+4,6%).

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI DELITTI

Il miglioramento, prodotto dal calo degli episodi di devianza, sembra interessare l’intero territorio della Penisola. Le 6 Province che hanno evidenziato un lieve aumento del numero di delitti sono Messina, Palermo, Cagliari, Brindisi, Trieste ed Enna.

Se si analizzano i “volumi complessivi” dei crimini commessi tuttavia, ad evidenziarsi maggiormente sono le Metropoli: Milano e Roma sono le prime in classifica(rispettivamente con 146 mila, e 122 mila fatti delittuosi denunciati alle forze dell’ordine nel periodo gennaio- giugno 2008). Se ai due grandi centri nevralgici della vita del Paese, si sommano altre due Province oltre la soglia dei 70 mila reati, come Torino e Napoli, è possibile rilevare come i quattro capoluoghi di Regione bastino da soli a raggiungere la quota di 420 mila denunce, e ossia circa 1/3 o quasi del totale registrato nell’intera Penisola. Considerando le più contenute Isernia, Enna, Oristano, Rieti e Matera invece, il numero di reati denunciati sfiora le 2000 unità.

ATTIVITA’ DI CONTRASTO E TIPOLOGIA DI REATO

Ad evidenziare gli incrementi più vistosi in relazione all’attività di contrasto sono Brindisi, Enna e Messina, mentre Pescara e Imperia sono le città che presentano il maggior numero di soggetti denunciati ogni 10 mila abitanti( rispettivamente 103 e 170). Sono Crotone , Cuneo e Como ad emergere per “variazione degli arrestati”, rispetto a Rimini, Brescia e Pescara che ne evidenziano invece la maggiore incidenza (27 arrestati ogni 10 mila abitanti per la prima, e 22 per le ultime).

A registrare una diminuzione sul territorio nazionale sono più o meno tutte le tipologie di reato: significativo il decremento dei borseggi, arretrati di circa il 24%( 64.398), poco meno vistoso quello relativo agli scippi, in calo del 21%(meno di 10 mila denunce), diminuiti -del 19%- anche i furti d’auto, rispecchiando un tendenza innescata già da tempo, in parte grazie ai nuovi sistemi di sicurezza connessi al controllo satellitare.

In evidente decremento anche le truffe(-21%), e le rapine(-11%), mentre i furti nelle abitazioni sono scesi appena dell’8%(72 mila casi). Abbastanza costanti purtroppo gli omicidi volontari che si aggirano intorno ai 600-620 episodi l’anno.

L’ ABRUZZO TRA LA DEVIANZA E IL CORAGGIO DELLA DENUNCIA

I dati relativi alle quattro Province abruzzesi sembrano confermare il diffuso calo di reati nel Paese: in particolare ad aggiudicarsi la classifica regionale è Teramo, con un decremento del 13%, seguita da Chieti(-7,8%), L’Aquila(-4,2%) e Pescara, nella quale gli episodi delittuosi sono diminuiti appena del 1,8%.

Nonostante l’evidente riduzione dei furti in casa e quella ancora più vistosa relativa agli scippi, Pescara è ancora facile preda dei furti d’auto( 514), di quelli “con destrezza”(217) e delle rapine (109). Ne deriva che calcolando il numero di delitti per ogni 10 mila abitanti, il Capoluogo adriatico risulta essere ad un preoccupante 10° posto nella classifica nazionale dei reati, addirittura prima di Catania, Bari e Napoli.

Un quadro anomalo. Sulla base dello stesso metro utilizzato tuttavia, anche il Capoluogo teramano -seppure ad un rassicurante 56° posto in classifica – sembrerebbe precedere le situazioni sociali notoriamente più pesanti di Reggio Calabria(in 63° posizione), e Vibo Valentia(65°), allo stesso modo di Chieti che all’81° posto conta più reati di Salerno (87°), e L’Aquila che, nella sua più che dignitosa 87°posizione, pare preceda la difficile dimensione avellinese.

Prima la buona notizia. In realtà -almeno in parte- l’ anomalia dello spaccato abruzzese è spiegabile tramite il netto aumento del grado di collaborazione tra cittadinanza e autorità. Sembra infatti che in Regione la propensione alla denuncia sia più elevata rispetto al resto del Paese: come accennato in precedenza, assieme ad Imperia, Pescara vanta il più alto numero di denunce ogni 10 mila abitanti (rispettivamente 170 e 103),nello stesso modo in cui evidenzia, con Rimini e Brescia, la maggiore incidenza di arresti: 22 per ogni 10 mila abitanti quest’anno. Nel primo semestre 2008 infatti, 3.239 sono state le denunce(ben 608 in più rispetto al 2007), e 683(+122) gli arresti, ai quali va senza’altro riconosciuto un ruolo importante nel decremento degli scippi (da 127 a 67), e nella riduzione dei furti in abitazione(da 408 a 298).

Poi la cattiva. Nonostante l’aumento considerevole di denunce, i primi sei mesi di quest’anno hanno visto l’intensificarsi di reati come i furti con destrezza, le rapine (croce dei bancari pescaresi), e i furti d’auto. Reati che oltre ad essere aumentati rispetto al 2007, collocano Pescara in una posizione più calda rispetto a realtà ben più vivaci: Reggio Calabria con i suoi 156 furti con destrezza viene nettamente superata da una Pescara che ne conta ben 217, idem per le rapine: 39 quelle registrate a Vibo Valentia , 109 quelle rilevate nel pescarese. Discorso analogo per i furti d’auto: contrariamente al trend nazionale che evidenzia un decremento pari al 19%, a Pescara tali reati superano tranquillamente quelli relativi ad Avellino, Messina e Firenze. Il questore Stefano Cecere sembra non avere dubbi sui possibili fattori alla base del fenomeno. Pare infatti che tali reati siano almeno in parte arrecati dalla stretta vicinanza tra Abruzzo e Puglia, specialmente con il Foggiano dove viene poi rinvenuta la gran parte delle auto rubate. Fatto sta che nell’arco di 6 mesi a Pescara sono scomparse quasi 3 auto al giorno(in totale 514), una cifra visibilmente inferiore a quella relativa a Chieti(204), Teramo(112) e la più sicura  L’Aquila con le sue 91 auto rubate.

Giovanna Di Carlo



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