Camorra: alleanza di superclan per estorsioni, 47 arresti e sequestri

06 Giugno 2012   16:54  

Un gruppo "misto" con un solo obiettivo, chiedere il pizzo 'tappeto' a tutte le attivita' commerciali del litorale domitio per poter incassare 400mila euro in un solo mese. E quanto emerge dall'inchiesta che ha portato a 47 arresti eseguiti dai carabinieri del Ros su mandato del gip di Napoli in Campania, Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia e che ha colpito l'attuale gruppo dirigente del clan Mallardo.

Una maxiretata per 50 indagati che ha scompaginato un 'superclan' che comprendeva i Bidognetti di Castelvolturno, i Mallardo di Giugliano e i Licciardi di Secondigliano.

"E' un accordo che inquieta e preoccupa non poco le forze dell'ordine - ha spiegato Federico Cafiero de Raho, coordinatore del pool di magistrati che si occupano di criminalita' della provincia di Napoli - un accordo militare ed economico che permette a tre importati gruppi criminali di fondarsi tra loro creando un gruppo unico".

C'e' infatti la cassa comune della cosca dove confluiscono tutti i proventi delle attivita' illecite.

"Meta' di quei profitti - spiega il generale dei Ros Parente - servivano per pagare gli stipendi agli affiliati, ai detenuti e ai loro parenti. L'altra meta' veniva divisa in tre parti per i tre gruppi aderenti alla 'supercosca'".

Dopo la condanna all'ergastolo dei boss Giuseppe e Francesco Mallardo, al vertice del clan erano Raffaele Mallardo e Giuliano Amicone, che, attraverso l'uomo di fiducia del latitante Francesco Napolitano, avevano un legame con l'Alleanza di Secondigliano, cartello in cui hanno grande peso i Licciardi. Con questi e con il gruppo dei Casalesi che fa capo al boss detenuto Francesco Bidognetti, i Malalrdo hanno stretto un patto generando un gruppo misto gestito da un direttorio di tre rappresentanti, uno per ogni componente.

Alla loro azione intimidatoria per le estorsioni si deve, tra l'altro, l'attentato con la dinamite nel 2004 a Castelvolturno all'esterno dell'abitazione dell'imprenditore Cristoforo Coppola. Sequestrati anche beni per 3 milioni di euro, tra cui uno yacht intestato a prestanome. 


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