Il piccolo borgo abruzzese di Cansano revoca la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, concessa nel 1924, segnando un significativo distacco dal passato fascista.
Il Comune di Cansano, situato in provincia dell'Aquila, ha compiuto un passo storico revocando la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, conferita nel lontano 1924. Questa decisione rappresenta un chiaro segnale di presa di distanza dalle ideologie del passato e un allineamento ai valori democratici e costituzionali dell'Italia odierna.
La revoca dell'onorificenza al duce è avvenuta durante una seduta del Consiglio Comunale, dove la mozione è stata approvata con la maggioranza dei voti. Il sindaco ha sottolineato l'importanza di questo atto simbolico, affermando che, alla luce dei principi democratici e dei valori costituzionali su cui si fonda la Repubblica Italiana, non è più appropriato mantenere tali onorificenze legate a figure storiche controverse.
Questa scelta di Cansano si inserisce in un contesto più ampio di rivalutazione storica che sta coinvolgendo diversi comuni italiani. Recentemente, anche la città di Salò, nota per essere stata la capitale della Repubblica Sociale Italiana durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, ha revocato la cittadinanza onoraria a Mussolini, concessa nel 1924.
Il Consiglio Comunale di Salò ha approvato la mozione con 12 voti favorevoli, 3 contrari e un astenuto, evidenziando una volontà condivisa di chiudere definitivamente con quel capitolo storico.
Analogamente, il Comune di Ustica ha adottato una soluzione singolare per evitare polemiche: ha stabilito che l'onorificenza decade automaticamente al momento della morte del destinatario.
Questa decisione ha permesso di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini e ad altri gerarchi fascisti senza entrare nel merito delle singole personalità, mantenendo un approccio neutrale e istituzionale.
La revoca delle cittadinanze onorarie a figure legate al regime fascista rappresenta un atto simbolico di grande rilevanza. Essa non cancella la storia, ma sottolinea l'importanza di riconoscere gli errori del passato e di ribadire l'adesione ai valori democratici e antifascisti sanciti dalla Costituzione Italiana. Questi gesti assumono un significato ancora più profondo in un periodo in cui è fondamentale riaffermare i principi di libertà, uguaglianza e rispetto dei diritti umani.
La decisione di Cansano, così come quella di altri comuni, evidenzia una crescente consapevolezza e responsabilità delle amministrazioni locali nel confrontarsi con il proprio passato storico. Questo processo di revisione critica delle onorificenze attribuite durante il regime fascista rappresenta un passo avanti nella costruzione di una memoria collettiva condivisa e nella promozione di una cultura democratica e inclusiva.