Caos in ospedale a Pescara: quarantena distrugge il reparto di Oncologia

14 Settembre 2024   15:01  

Urla, insulti e danni nel reparto oncologico: il bilancio è drammatico, con pazienti e personale coinvolti nell’invasione improvvisa.

Un episodio di violenza ha colpito l'ospedale di Pescara: una vera e propria irruzione da parte di 40 persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia rom, ha trasformato il reparto di Oncologia in un luogo di devastazione. L'episodio, avvenuto dopo la morte di un loro parente sessantenne, ha visto il gruppo invadere i corridoi, gridando e insultando chiunque si trovasse sulla loro strada. I corridoi e le stanze del reparto sono stati trasformati in un campo di battaglia, con porte distrutte, tavoli ribaltati e suppellettili scagliate a terra. Solo l'intervento tempestivo delle forze dell'ordine ha permesso di riportare la situazione sotto controllo.

L’aggressione è avvenuta venerdì 13 settembre nelle prime ore del mattino. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Il Messaggero. L'invasione è iniziata quando i 40 individui sono riusciti a entrare nel reparto forzando gli accessi. La guardia giurata in servizio, di fronte al caos generato, ha immediatamente chiamato il numero di emergenza. Nel giro di pochi minuti, sono arrivate sul posto le pattuglie della squadra volante della questura, seguite da quelle dei carabinieri. La situazione era così critica che si è reso necessario scortare la salma del paziente deceduto fino all'obitorio, per evitare ulteriori problemi.

Vero Michitelli, direttore generale della Asl di Pescara, ha espresso un fermo giudizio sull'accaduto: «Condanno fortemente l'atto di violenza compiuto da un gruppo di circa quaranta persone contro il personale sanitario, i pazienti e le strutture del reparto di Oncologia. È inaccettabile che un luogo come l'Oncologia, dove la fragilità e la speranza convivono, diventi teatro di una tale aggressione». Michitelli ha poi sottolineato l'impegno quotidiano degli operatori sanitari: «Medici, infermieri e operatori socio-sanitari lavorano con dedizione e professionalità per curare i pazienti. Vedere questo impegno disprezzato in modo così brutale mi riempie di sdegno e indignazione».

Le forze dell'ordine sono riuscite a riportare la calma solo dopo una lunga opera di mediazione e fermezza. Le dinamiche esatte dell'accaduto sono ancora al vaglio degli inquirenti, ma l’episodio lascia un segno profondo nell'ospedale e tra il personale. Numerosi sono stati i danni materiali causati nel reparto, con strumentazioni e arredi distrutti. Non sono state segnalate aggressioni fisiche al personale sanitario o ai pazienti, ma lo shock e il disagio causati da un simile evento rimarranno a lungo nella memoria di chi lo ha vissuto.

L’accaduto riapre il dibattito sulla sicurezza negli ospedali e sulla necessità di adottare misure più efficaci per prevenire episodi di violenza all’interno delle strutture sanitarie. La richiesta di rafforzare i servizi di vigilanza e sicurezza negli ospedali è sempre più pressante, specie nei reparti dove la sofferenza dei pazienti e delle loro famiglie può raggiungere livelli estremi.


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