Carte di credito clonate e 36 milioni di euro rubati: sgominata organizzazione internazionale

14 Dicembre 2012   09:00  

La Polizia di Stato e l'arma dei Carabinieri, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica dell'Aquila, hanno arrestato 55 persone appartenenti ad una organizzazione criminale transnazionale che negli ultimi due anni era riuscita a clonare migliaia di carte di credito e bancomat riuscendo a sottrarre 36 milioni di euro a cittadini di paesi europei, ed anche in Abruzzo, in particolare in provincia di Teramo e L'Aquila. 

38 arresti sono stati eseguiti in Bulgaria, dove era la mente dell'organizzazione, 1 in Olanda, i restanti 16 arresti sono stati effettuati in varie città italiane e gli arrestati sono di nazionalità bulgara, italiana e rumena.

Le indagini erano partite nel 2010, a seguito di segnalazioni di manomissioni agli sportelli bancomat e denunce di correntisti che si erano ritrovati il conto bancario prosciugato. Primo Indizio le analogie tecniche riscontrate tra gli episodi di manomissione negli sportelli bancari della provincia di Teramo e quelli sul litorale romano,

Le indagini hanno dunque portato a scoprire un sodalizio ramificato e coordinato che operava in tutta Italia e all'estero. Il vertice operativo era nella città bulgara di Plovdid. La scelta dei paesi dove agire non era affatto casuale, dipendeva dalle sanzioni previste dal diritto Penale del Paese in questione.

L'organizazione era composta da cellule dirette da un capo-cellula. che comunicavano con i vertici bulgari via skype. Gli affiliati avevano addirittura a disposizione una sorta di call-center da contattare per la soluzione di problemi tecnici. Utilizzavano apparati di navigazione satellitare.

Per la clonazione delle carte si utilizzavano gli skimmer, dispositivi ad altissima tecnologia e micidiale efficacia prodotti in Bulgaria e distribuiti alle varie cellule.

Applicati nelle feritoie degli sportelli bancomat lo skimmer, effettuava una copia dei dati contenuti nel badge a danno dell'ignaro titolare, e creava file cifrati trasmessi poi in Bulgaria dove con li codice si producevano carte di credito gemelle all'originale che poi venivano usate dagli affiliati delle varie cellule per svuotare i conti in banca, con un ritmo calcolato dagli investigatori di 50mila euro al giorno.

I capi cellula potevano godere anche di viaggi premio in località esotiche e in hotel di lusso dove si organizzavano vere e proprie convention aziendali e corsi di aggiornamento. 

Nella maggioranza dei casi, l'organizzazione procedeva ad effettuare le spendite in frode in Peru' e Santo Domingo.

I proventi illecitamente acquisiti, infine, venivano trasferiti in contanti in Bulgaria, attraverso voli intercontinentali che generalmente facevano scalo in Olanda e riciclati avvalendosi di societa' con sede a Sofia.

 

servizio di Filippo Tronca
montaggio di Marialaura Carducci

 


Galleria Immagini

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore