Rischia di causare un terremoto di proporzioni enormi e trascendentali nel quadro politico di Chieti, e nello specifico all'interno di Giustizia Sociale, l'arresto dell'ormai ex assessore alle Politiche della Casa Ivo D'Agostino.
Nell'occhio del ciclone, oltre ovviamente a D'Agostino, é finito anche il sindaco Umberto Di Primio, da più parti accusato di non aver vigilato adeguatamente su quanto accadeva in Comune, o peggio di esserne a conoscenza ma di non aver denunciato.
Tra coloro che ne hanno chiesto le immediate dimissioni vi é stato sin da ieri sera anche Giustizia Sociale, con in testa il segretario ed ex vice sindaco Bruno Di Paolo (dimessosi ad ottobre per contrasti con lo stesso Di Primio).
Nel corso di una riunione di partito tenutasi ieri sera, Di Paolo ed i vari membri e militanti hanno infatti stabilito, oltre che di domandare le dimissioni del primo cittadino ("Sarebbero state un atto dovuto, probabilmente la città e la giunta le avrebbero rigettate ma lui avrebbe dovuto farlo", ha commentato a tal proposito Di Paolo), di costituire una commissione d'inchiesta per far luce sull'effettiva legittimità delle graduatorie per l'assegnazione delle case popolari e, infine, una decisione ancora più drastica dal punto di vista politico, ossia la fuoriuscita dalla maggioranza dei consiglieri di Giustizia Sociale.
In merito a queste decisioni, il consigliere Enrico Bucci ha rifiutato di uscire dalla maggioranza, "poiché intendo tenere fede al patto stilato in campagna elettorale, nè sono d'accordo con la richiesta di dimissioni del sindaco. Per questi motivi, di fatto ritengo di essere stato già cacciato dal partito".
In risposta, Di Paolo ha lasciato intendere di non aver ancora preso decisioni al riguardo, ma al contempo ha affermato come "Bucci é libero di fare come vuole, ma se vuole continuare a sostenere Di Primio esca dal partito".
Lorenzo Ciccarelli