Si è visto negare per la seconda volta la possibilità di svolgere la propria attività lavorativa di volontariato anche nel pomeriggio l'ex caporal maggiore Francesco Tuccia, condannato in secondo grado ad otto anni di reclusione perché giudicato colpevole di aver violentanto una studentessa davanti alla discoteca "Guernica" di Pizzoli.
Il militare, cui tempo fa era stato concesso il permesso di lavorare di mattina presso un'associazione di volontari con sede a Montefredane, paese in provincia di Avellino dove risiede, aveva tentato tramite i propri legali di vedersi prolungato l'orario, ma tale permesso gli era stato negato in primo grado.
Diniego che è stato poi ribadito anche dalla Corte d'Appello, secondo cui l'eventuale prolungamento fino alle 20 dell'orario in cui svolgere tale attività sarebbe stato in contrasto rispetto alle motivazioni della condanna, in particolare l'aggravante secondo cui Tuccia, nel commettere la violenza, "avrebbe agito con crudeltà", che ne ha del resto comportato l'interdizione perpetua dalla tutela e dalla curatela.
Il prossimo passo dei legali di Tuccia, ora, sarà il ricorso in Cassazione, che con ogni probabilità sarà improntato sul tentativo di indurre i giudici a valutare il caso in un'ottica di interpretazione dei fatti, nel senso che, secondo la difesa dell'ex caporal maggiore, il rapporto sessuale fu consenziente.