Castel vecchio Subequo, cenni storici e turistici

03 Luglio 2012   12:54  

Castelvecchio Subequo a 490 m. s.l.m. è ubicato su uno sperone dominante le rocce che un torrentello ha profondamente inciso nel suo corso verso l’Aterno. Sorge a poca distanza da “Superaequum”, sede di una grande civiltà ed appartenente ad una popolazione che fu assegnata alla quarta regione d’Italia e grande nodo stradale tra Vestini, Marrucini e Marsi.
I Superequani furono quindi gli antenati dei Castelvecchiesi, come attestano le iscrizioni rinvenute nella piana di Macrano e nel circondario, attualmente conservate nel convento di S. Francesco.
II nome del luogo probabilmente è dovuto ad infiltrazione degli Equi.
La civiltà di Superaequum, data la sua posizione strategica, quale nodo di comunicazione, aveva un ruolo di tutto rispetto nei confronti della vicina Corfinium e della ricca Sulmona, tanto che rimangono, oltre alle lapidi, avanzi di mura, acquedotti, pavimenti, ruderi di edifici ad “opus reticolatum”, resti di templi, armi e monete.
Alla sinistra del rio San Marino s’innalza il colle “caprelle” con avanzi di mura ciclopiche dell’età augustea; un tempo pare che qui sorgesse il campidoglio di Superaequum.
Nell’orbita di Roma sembra fosse dapprima prefettura, avesse cioè una dipendenza giurisdizionale da Roma pur mantenendo suoi magistrati, in seguito fu municipio ascritta alla tribù Sergia.
Nel 1921 fu rinvenuto un pregiato cippo dedicato ad Ercole con attorno molti bronzetti votivi raffiguranti la stessa divinità, che regge nella mano destra una clava.
Nel 1943 fu scoperta una catacomba Cristiana del IV sec., tesoro archeologico della terra dei peligni Superequani di rara importanza, composta da due gallerie, di circa 20 metri che si succedono ad angolo retto.
Le pareti sono piene di sepolcri, un vero e proprio cimitero sotterraneo. Durante i lavori furono recuperati vasi di creta, qualche croce uncinata, lucerne di creta rossa, lucernette a forma di trifoglio, alcune delle quali col segno cristiano e alcuni marmi con scritte che testimoniano che era stato già un cimitero pagano. Attualmente, dopo lavori di consolidamento, la catacomba è tornata al suo antico splendore.
Nell’anno mille il feudo risulta possedimento dei conti dei Marsi e nel XVIII secolo dei baroni Pietropaoli.
Il paese conserva un interessante centro antico che mantiene ancora leggibile l’impronta fortificata. Da notare alcune interessanti case medioevali fra cui un piccolo edificio con porticato a doppia arcata e un elegante bifora trilobata.
Lungo la strada sorge la chiesa di San Francesco, fondata nel 1288, con l’attiguo convento la cui parte posteriore conserva l’aspetto medioevale, mentre la facciata è di stile barocco, rifatta nel 1647. L’interno èa tre navate divise da archi a tutto sesto su pilastri ottagonali di pietra; intorno ricchi altari rinascimentali e barocchi e un fastoso altare maggiore con un ciborio a forma di tempietto riccamente intagliato in legno di noce (sec. XVII).
Interessanti gli affreschi, con riferimenti tematici all’opera Giottesca del 1378, di grande pregio storico ed artistico nella cappella del Santo che occupa lo spazio dell’antica chiesola di S. Maria che fu proprietà dei conti di Celano.
La cappella è di stile gotico, tutta affrescata con molte scene della vita di S. Francesco.
Troviamo, in forma miniata, quasi tutti i quadri che adornano le pareti della basilica superiore di S. Francesco in Assisi.
Insigne reliquia francescana è l’ampolla contenente il sangue di S. Francesco conservata in un reliquiario del ‘300. Inoltre sono da ricordare il crocefisso e la “pasquarella”, cimelio di rara finezza artistica di scuola Sulmonese del sec. XV, composto da una croce per altare ed una statuetta della Vergine, una croce reliquiario di Nicola Piczulo del 1403, reliquiari del sec. XV, nonché monete e bronzetti romani e medioevali, e infine due statue lignee di S. Caterina D’Alessandria e S. Ludovico di Tolosa, statuette lignee del sec. XV, che forse facevano parte di un trittico che adornava l’altare maggiore.
Di rilevante importanza l’insediamento di origine italica in località “colle cipolle” e la vicina necropoli in località “le castagne” con un’antica tomba databile al IX sec. a. C. Da visitare l’antica parrocchiale di S. Elisabetta, la chiesa di S. Giovanni (patrono del paese) costruita sul progetto del Fontana e le chiesette campestri di S. Agata, S. Rocco e S. Agapito.
In località Macrano, nei pressi di Castelvecchio, c’è una fonte detta di S. Agata: qui il 4 Febbraio, festa del Santo, la gente si reca per attingere acqua e per assistere alla messa nella vicina chiesetta.
Si dice che bere l’acqua di questa fontana provochi un’abbondante uscita di latte dalle mammelle delle donne che allattano.
Di recente costruzione è il museo comunale inserito nel contesto di un parco archeologico attrezzato.


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