Castiglione lascia i finiani e torna nei ranghi del Pdl

25 Ottobre 2010   14:53  

C’erano tutti, o quasi tutti, i fratelli piddiellini stamattina nella sala azzurra della Regione Abruzzo a Pescara, a cominciare dal governatore Gianni Chiodi, per spalleggiare il vice presidente della Giunta Alfredo Castiglione che annuncia in conferenza stampa il suo definitivo rientro nella fila del PDL.
Decisione sofferta dopo la cocente delusione avuta con la breve esperienza in FLI. Il clima è piuttosto disteso ma qualcuno non riesce a non tradire un latente imbarazzo. In fondo a questi teatrini della politica siamo ormai tutti abituati, ma in un momento storico come quello che l’Abruzzo e l’Italia intera stanno attraversando questo non giova a ricucire lo scollamento, non tra i politici della stessa maggioranza che ce la mettono proprio tutta al loro interno per farsi la guerra a vicenda, ma quella profonda frattura tra la politica e l’elettorato sempre più sfiduciato e convinto che si tratti solo di “cosa loro”.
Le ragioni le sappiamo e l’assessore Castiglione le ribadisce con foga, sintetizzando sua avventura in FLI in una sarcastica battuta di spirito. “E’ come se fossi entrato in un grotta buia e poi qualcuno avesse acceso la luce e mi avesse detto di essere su ‘scherzi a parte’”.
Nel progetto di FLI Alfredo Castiglione aveva creduto davvero come aveva creduto che i meriti per aver capillarizzato e radicalizzato con il lavoro di mesi i circoli di Generazione Italia attraverso la sua struttura di collaboratori gli sarebbero stati riconosciuti, soprattutto da Fini. Contro quest’ultimo la polemica è diretta ed asciutta: “Fini a livello politico mi ha molto deluso. Ne sono dispiaciuto perché con lui avevo condiviso anni fa il processo di nascita di una Destra nuova e vicina ai bisogni della gente". Ma la politica si è comportata ancora una volta come una donna volubile e ruffiana che alle attestazioni di fede incondizionata di Castiglione ha preferito le lusinghe (e i voti) dell’ultimo arrivato. Catone per l’appunto, uomo della discordia nominato coordinatore del nascituro partito. Dopo giorni di trattative romane per correre ai ripari con la mediazione di Emilio Nasuti, altro finiano della prima ora, ancora tra l’incudine ed il martello, oggi la svolta definitiva. Castiglione ritira le sue truppe e lascia a Catone, che intanto si è dato da fare per rimpiazzare le defezioni con altrettanti grossi calibri, Valloreja e Salini, la guida dell’esercito abruzzese di FLI. E così approfitta dell’occasione per scoraggiare gli indecisi ad aderire a Futuro e Libertà per non subire la stessa delusione.
In casa PDL lo riaccolgono a braccia aperte come il figliol prodigo, poiché come ha affermato l’onorevole Pelino e confermato il Governatore Gianni Chiodi, che lo ha sempre tenuto sotto la sua ala protettiva: " Per noi Castiglione è un punto di riferimento a livello regionale. Dobbiamo lavorare tutti per rafforzare il Popolo della Libertà, e dare quelle risposte che gli abruzzesi si aspettano da noi". Non propriamente a suo agio è sembrato invece il coordinatore regionale PDL, il senatore Filippo Piccone, che arrivato tardi ed essendosi perso le dichiarazioni della Pelino e di Chiodi, dopo aver dato il benvenuto nuovamente a Castiglione, assicura che il progetto del PDL in Abruzzo continua ad avere validità e consistenza, nonostante i soliti giochi di numeri, di spazi e di potere che animano le correnti. “E’ vero che il vicepresidente Castiglione è stato il promotore della nascita del movimento di Fini- afferma Piccone – ma al contempo è stato anche motivo di smascheramento della poca forza stesso”. Una frase che suona come una sorta di assoluzione, aggiungendo in chiusura: “Questa esperienza transitoria dell’assessore non comporterà nessuna discriminazione futura interna al partito, né per lui né per coloro che lo hanno seguito”. Se lo augurano tutti, in particolare coloro a cui la frase era diretta.

(CF)


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