Cellula neonazista italiana: tra gli arrestati due abruzzesi, progettavano azioni eversive

05 Dicembre 2024   19:57  

Scoperto gruppo suprematista con piani di attacco e propaganda razzista. Coinvolti un pescarese e un teramano, perquisizioni in corso in tutta Italia.

Un’indagine condotta dalla Digos di Bologna, coordinata dalla Procura, ha portato allo smantellamento di una presunta cellula suprematista e neonazista, conosciuta come "Werwolf Division" e successivamente "Divisione Nuova Alba". I sospettati, organizzati in ruoli precisi, erano accusati di essere in una fase operativa volta a realizzare azioni violente ed eversive. Tra gli arrestati e indagati figurano due abruzzesi, legati al gruppo tramite attività di propaganda e addestramento.

Diego Cavallucci, 44 anni di Pescara, è stato arrestato con l’accusa di partecipazione attiva alla diffusione di idee basate su odio razziale ed etnico, oltre all’indottrinamento di nuovi membri. Damiano Tiberii, 34enne di Teramo, residente a Colledara, è invece indagato per il suo presunto coinvolgimento nell’associazione a delinquere. Secondo gli inquirenti, il suo ruolo riguardava la diffusione online della propaganda del gruppo e la gestione di compiti esecutivi per supportare i progetti della rete.

Le accuse più gravi riguardano la preparazione di attentati, tra cui uno contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’economista Klaus Schwab del World Economic Forum. Dagli atti emerge che i membri del gruppo discutevano di sopralluoghi nei pressi di Palazzo Chigi e Montecitorio, ipotizzando modalità di attacco, come l’uso di cecchini. Secondo il giudice per le indagini preliminari (Gip) Nadia Buttelli, questi progetti erano accompagnati dalla formazione di guerriglieri e dalla ricerca attiva di armi sul web.

La struttura del gruppo, che operava tramite Telegram e altri canali online, si basava su ideologie estremiste: negazionismo dell’Olocausto, supremazia della razza ariana e la volontà di sovvertire l’ordinamento democratico per instaurare uno Stato autoritario. La propaganda si accompagnava all’organizzazione di addestramenti e alla creazione di un sistema interno di "epurazione" contro i traditori del movimento.

L’operazione ha portato all’arresto di 12 persone e a 13 perquisizioni, con sequestri di materiali, documenti e dispositivi elettronici. Gli inquirenti continuano a lavorare per ricostruire la rete di relazioni del gruppo e individuare ulteriori fiancheggiatori. La scoperta solleva interrogativi sulla proliferazione di ideologie estremiste e sulla capacità di prevenire azioni violente ispirate a movimenti neonazisti e suprematisti.


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